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Equo compenso o tassa?



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Pubblicato da Redazione il 18/01/2010 alle 11:13

Lo scorso 30 dicembre 2009, mentre gli italiani erano intenti a preparare il cenone di Capodanno, il Ministro Bondi firmò il decreto legge nel quale, tra l’altro, venivano stabiliti i contenuti e le misure del cosiddetto equo compenso per la copia privata. Il provvedimento stabilisce che la SIAE dovrà ridistribuire ai titolari dei diritti sulle opere dell’ingegno i proventi derivanti dalle vendite di dispositivi di archiviazione di massa di ogni tipo, cellulari compresi.

Soddisfatti, ovviamente, la stessa SIAE e la FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana) che parlano di un decreto utile a colmare un vuoto normativo. Di tutt’altro parere, invece, le associazioni dei consumatori e la stessa Confindustria, convinti che il balzello possa rappresentare un macigno per l’industria del settore.

Adesso arriva, come un fulmine a ciel sereno, la dichiarazione di Nokia che, per voce dell’Amministratore Delegato della filiale italiana, Alessandro Mondini Branzi, definisce la cosiddetta tassa sulla copia privata “iniqua e ingiustificata”. Nel comunicato stampa si legge anche che “Nokia crede fermamente che l’imposizione di questa tassa sulla copia privata sia iniqua e ingiustificata. Infatti l’ascolto di musica è solo una delle tante funzioni disponibili sul telefono cellulare, il cui contenuto è solitamente acquistato legalmente dal consumatore che ha pertantogià completamente pagato i diritti d’autore. Imporre una nuova tassa sui telefoni cellulari costringe quindi i consumatori a pagare due volte per lo stesso contenuto”.

Si spinge oltre l’associazione a difesa dei consumatori Altroconsumo, che in una sua recente ricerca arriva ad ipotizzare un triplo pagamento a carico dell’utente. Secondo alcuni calcoli, infatti, nel corso di un anno una famiglia italiana media spenderà più di 100 euro per effetto del decreto firmato da Bondi. “Scaricando legalmente un brano musicale da iTunes, il consumatore sta già pagando per le copie private. Poi paga l’equo compenso sul PC. Poi quello sull’iPod”!




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Commenti:
marck
Comprate dai paesi Europei e non dall'Italia. Siamo nel mercato libero Europeo, non facciamoci imbrogliare!
Alhazred
Io non capisco infatti cosa voglia dire questo equo compenso.
Dicono che è per le copie private, cosa si intende in realtà per copia privata?
E' la famosa copia di backup? E' una singola canzone scaricata da iTune?
In entrambi i casi, il contenuto è stato acquistato regolarmente, quindi come già fatto notare dall'articolo, la SIAE è già stata pagata.

Se invece si trattasse di un compenso per copie scaricate dal P2P potrebbe avere un senso, ma sarebbe comunque ingiusta, perché non tutti scaricano dal P2P e le persone che fanno le cose in regola pagherebbero 2 volte.
Senza contare poi chi pagherebbe tale compenso per poi farci tutt'altra cosa col supporto di memorizzazione, considerate chi compra dei cd o dvd vergini per poi metterci sopra i propri video o foto, perché dovrebbero pagare la SIAE per cose che con la SIAE non hanno nulla a che vedere?

Concordo con mark, quando possibile, si acquista dall'estero, con buona pace dei commercianti italiani, tanto come dice chi ci governa "in Italia la crisi è passata", quindi i negozianti stanno tranquilli e con la pancia piena....
skizzo
Mi chiarite una cosa?
Ma la tassa sui supporti vergini (CD-DVD) c'è già, giusto?
Quello che cambia è che vogliono "tassare" anche i dispositivi?
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