Da due giorni a questa parte, il nostro Paese è un po' meno libero. Approvata dal Parlamento e firmata dal presidente Ciampi, la legge 7 marzo 2001, n. 62 contenente le nuove norme sull’editoria e sui prodotti editoriali è comparsa sulla Gazzetta Ufficiale.
La nuova normativa si applica direttamente ai contenuti della Rete, ed è ormai opinione diffusa che avrà effetti devastanti per molti siti web, costretti a ridicoli adempimenti burocratici per non rischiare sanzioni. Vi invito a trovare il tempo per leggere il testo di questa legge dello Stato. Il tempo per considerare con attenzione se non vi siano gli estremi di una limitazione senza precedenti della libertà individuale, unica in Europa e paragonabile soltanto a quella in vigore presso Stati totalitari. Il tempo, infine, per riflettere sulla pericolosa piega dirigista che il legislatore sta assumendo negli ultimi tempi in questo Paese, al punto da approvare un testo di regolamentazione della stampa in cui si dimostra una vergognosa ignoranza della realtà dei tempi, se non addirittura una voglia di controllo e supervisione che ci preoccupa profondamente. La sconcertante condiscendenza del Parlamento nei confronti delle volgari pressioni esercitate dalla corporazione dei giornalisti, non può a nostro avviso che confermare i dubbi e le perplessità di quanti hanno a cuore la tutela dei diritti fondamentali dei cittadini. Nessuno dimentichi, neanche per un istante, l'articolo 21 della Costituzione italiana:
"Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure."
Leggi il testo della Legge 
|
