Roma, 22 marzo .05 - Dopo circa un anno e mezzo dall'entrata in vigore del decreto legislativo 68/2003 in materia di diritto d'autore e copia privata, l'Asmi (Associazione Sistemi e Supporti Multimediali Italiana) e le aziende Computer Support Italcard, Datamatic, Imation, Tdk Marketing Europe, Tx Italia, Verbatim hanno intrapreso un'azione legale contro la SIAE (Societa' Italiana di Autori e Editori) con l'obiettivo di vedere riconosciuta l'incostituzionalita' degli articoli del decreto che trattano il tema della definizione dell'equo compenso. Il recepimento della direttiva comunitaria 2001/29 ha portato all'introduzione in Italia di un aumento del compenso per copia privata sui supporti di registrazione, calcolato in misura fissa per ogni tipologia di supporto. Si tratta di una somma considerata un ''equo compenso'' per i titolari dei diritti d'autore nei confronti del corrispondente diritto riconosciuto ai privati a effettuare una copia privata delle opere protette. La prima evidente incongruita', si legge nel comunicato Asmi, sta nel fatto che tale compenso e la sua entita' era gia' previsto in una normativa preesistente, e l'opera del legislatore ha arbitrariamente fissato i nuovi compensi con incrementi che in alcuni casi si avvicinano al 3.000 per cento. Tale aumento ha comportato un aumento dei prezzi di vendita, che in alcuni casi sono stati anche dell'ordine del 60 per cento. Secondo Asmi, c'e' stata una flessione fino al 40 per cento del mercato legale dei supporti di registrazione dall'introduzione della legge.
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