Chi è il segugio migliore? Nella Silicon Valley se le suonano di santa ragione. Google e Yahoo sgomitano, urlando come due cuginetti invidiosi: reclamano il titolo di motore di ricerca (le pagine che aiutano i navigatori a scovare documenti sparsi nella rete) più veloce ed efficiente. L’ultimo fendente l’ha menato Sergey Brin, uno degli inventori di Google. Accusa i rivali di aver truccato le carte sul potenziamento di Yahoo annunciato una settimana fa: un escamotage tecnologico che avrebbe portato il numero di pagine accessibili via Yahoo a 21 miliardi. Un mare di documenti, immagini, canzoni e oggetti virtuali consultabili mouse alla mano che improvvisamente ha dimezzato Google col suo orizzonte ristretto ad appena 11 miliardi e 330 milioni di pagine web. La partita è importante perché nel mare magnum della rete i motori di ricerca sono uno dei rari approdi fissi. I navigatori li consultano di continuo, quelle pagine valgono il contatto quotidiano con milioni di persone. Il sogno di tutti i venditori di pubblicità.
A sentire Brin in casa Yahoo truccano i risultati grazie a un «doppio conteggio». Doping informatico. E poco più di un espediente, per potenziare il suo raggio d’azione il nuovo Yahoo avrebbe perso in efficacia. «La capacità di un motore di ricerca - dice Brin - si misura sulle pagine effettive. Quelle che vengono identificate in risposta alle richieste, verificate come uniche e non duplicate. Il nostro approccio è questo». Dal fronte opposto ha risposto Jeff Weiner, vicedirettore della divisione ricerca e mercato di Yahoo: «I risultati sono accurati, siamo orgogliosi del nostro lavoro». Addirittura: «siamo il motore di più alto livello al mondo».
Ora è piovuto sul terreno di gara il parere dei ricercatori del National center for supercomputer applications (Ncsa), centro di studio e sviluppo software che negli Stati Uniti gode di indiscusso prestigio. Al termine di uno slalom parallelo di 10.012 ricerche condotte sui due portali, hanno concluso che Google ha fornito una volta e mezzo più risultati del rivale Yahoo (166%). E solo nel 3% dei casi Yahoo ha dato risposte più complete. Giudizio artimetico solo fino a un certo punto. Al Ncsa spiegano che per fare una comparazione precisa bisognerebbe conoscere gli algoritmi di Yahoo e Google: la serie di operazioni matematiche che fanno funzionare i motori di ricerca. È il cuore dei due sistemi, le compagnie lo custodiscono come il più prezioso dei segreti (industriali). A quei codici si devono i loro guadagni.
Raul Valdes-Perez lavora al Nsca ma è anche titolare di un motore di ricerca indipendente (Clusty). Liquida la vicenda con una battuta: «Non conosco sistemi di controllo davvero efficienti. Mi sembra però che lo scontro non abbia senso. È come se le università di Harvard e Yale si mettessero a litigare su chi ha più libri in biblioteca».
Fonte
|