BRUXELLES - Il termine per il passaggio dalla tv analogica al digitale è fissato al 31 dicembre 2008, per l'esattezza l'arco di tempo che va da quella data al 31 dicembre 2012. E' quindi rinviato di due anni rispetto a quello stabilito in precedenza per fare in modo che l'Italia possa allinearsi alle direttive Ue. Lo ha annunciato Mario Landolfi, a margine del Consiglio dei ministri delle Comunicazioni dell'Unione europea, a Bruxelles. Il ministro ha inoltre reso noto che l'importo del canone Rai non subirà alcun aumento per il 2006, una decisione che ha suscitato un vespaio di polemiche.
"Adesso - ha detto Landolfi - siamo in condizione di allineare la nostra scadenza finale con la data di inizio fissata oggi dal Consiglio europeo". "Con la Gran Bretagna e la Francia - ha spiegato il ministro - noi siamo tra i Paesi del gruppo di testa e cioè quelli più avanti nella introduzione della diffusione di questa tecnologia".
All'inizio, ha proseguito Landolfi, "il passaggio alla tecnologia digitale era previsto a livello Ue nel periodo 2010-2012, ma la decisione presa oggi accelera il processo per venire incontro alle esigenze di quei Paesi che stanno più avanti". Landolfi ha anche riferito che lascerà immutato il programma sperimentale per le regioni cosiddette "all digital", Sardegna e Val d'Aosta.
In quanto al canone Rai, e alla decisione di non sottoporre l'importo ad alcun aumento, Landolfi ha spiegato di aver firmato ieri il decreto che lo lascia invariato perché convinto "che la Rai abbia tutte le risorse necessarie per affrontare le sfide future e presenti". La decisione deriva dal fatto che al bilancio infrannuale del 30 giugno 2005 la Rai ha registrato "un attivo di 97 milioni di euro" ed è "un'azienda che sta bene".
"Prima di infilare la mano nelle tasche degli italiani un ministro deve chiedersi se è necessario: mi pare che nel caso della Rai non ce ne sia alcun bisogno", ha concluso Landolfi, replicando così alle affermazioni del presidente della commissione di Vigilanza Rai, Paolo Gentiloni, che lo aveva accusato di "eccesso di zelo".
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