Mentre nel mondo arabo il numero dei navigatori cresce a una velocità consistente, Google ha appena lanciato la versione del proprio motore di ricerca in arabo, nonchè un servizio e-mail localizzato in arabo e uno strumento per effettuare traduzioni dall'arabo all'ingelse e viceversa. E c'è da scommettere che la lista degli interventi miranti a sfruttare il più possibile il mercato emergente del Medio Oriente non finirà qui.
Come riportato dal Financial Times, l'azienda di Mountain View sta reclutando forza lavoro e aprendo uffici per far fronte alla dirompente domanda di Web che sembra provenire da una parte del mondo finora piuttosto trascurata. E, a quanto pare, ha battuto sul tempo altri giganti hi-tech. Tipo Microsoft, per esempio, il quale, attraverso il portale Msn dovrebbe lanciare a sua volta, entro l'anno, un servizio di posta elettronica in arabo. Che però, appunto, non sarebbe il primo.
Le novità sono state salutate positivamente da chi spera che la forza del motore di ricerca più potente del mondo (e dei suoi servizi), già ampiamente attestata nel resto del mondo, avvicinerà a Internet una fetta sempre più larga della popolazione. Sempre secondo il quotidiano inglese, Hussein Amin, capo del dipartimento di Giornalismo e Comunicazione di massa all'Università Americana del Cairo, è convinto che l'introduzione dei prodotti targati Google avrà ripercussioni anche a livello economico, politico e sociale e paragona l'entità dell'impatto che potrebbe avere in Medio Oriente a quello della tv satellitare.
Ma c'è chi si mostra più dubbioso e meno ottimista: alla luce di quanto successo recentemente in Cina, la paura che il motore di ricerca scenda a patti con governi autocratici è troppo forte. Lo spettro della censura e della divulgazione di informazioni riservate acquisite sui naviganti è dietro l'angolo.
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