Alcuni tra i maggiori Studios, tra cui News Corp, Viacom, Sony, Time Warner, NBC e Walt Disney, accusano Google di favorite in qualche modo la pirateria. L'accusa sarebbe specificatamente quella di aver deliberatamente veicolato traffico verso siti web praticanti attività pirata . La battaglia sul copyright delle opere anima un braccio di ferro che perdura ormai da mesi con le case di produzione poco soddisfatte del rapporto intrattenuto con YouTube e soprattutto desiderose di spartire il ricco piatto che il servizio potrebbe presto veder riempito. YouTube ha da breve firmato un accordo con Vodafone per la trasmissione video in formato mobile e poche ore dopo anche Nokia ha annunciato partnership similare. Le major, coloro che vanno a riempire involontariamente (tramite upload dell'utenza) gli archivi YouTube con materiale protetto e conseguentemente prezioso, non ci stanno a vedersi "defraudate" di possibili introiti e cercano così accordi che difficilmente riescono a concludere. Anche la Digital Music Group ha firmato una partnership per inserire 4000 ore di filmati sul sito, ma il gruppo agisce nella dimensione della musica indipendente ed il sistema di filtro promesso (nonchè gli introiti garantiti dalla condivisione del flusso proveniente dall'online advertising) potrebbe in questo caso offrire vantaggi che per le major si fanno invece meno interessanti. Secondo il Wall Street Journal il caso è destinato a creare forte imbarazzo per Google in quanto solo la scorsa settimana il motore aveva annunciato nuovi filtri per eliminare il materiale sotto copyright dal proprio archivio. Nel momento in cui Google acquistò YouTube molte valutazioni si basarono proprio su questo aspetto: quanto costeranno al gruppo le vertenze derivanti dalle violazioni del copyright degli user generated content? Ora i primi grandi nomi iniziano a battere cassa e le valutazioni potranno in seguito stabilire più puntualmente quanto e se l'acquisizione sia stata conseguita con successo.
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