Business Software Alliance (Bsa), organizzazione che si batte contro la duplicazione illegale di software, ha annunciato oggi di aver intrapreso più di 180.000 operazioni di verifica in Europa, Medioriente e Africa nei confronti di aziende sospettate di aver usato software pirata nel corso del 2006. Nella sola Italia, sulle 200 verifiche effettuate in Italia da Bsa in collaborazione con la Guardia di Finanza (solo una parte dei controlli che le Fiamme Gialle fanno ogni anno in materia di diritto d'autore), sono stati rinvenuti prodotti illecitamente duplicati nel 67% dei casi, per un controvalore stimabile in circa 3.500.000 euro, scrive ancora l'organizzazion in una nota. "Sono ben 180.000 le azioni di enforcement intraprese nei confronti di aziende verso cui sussistevano fondati sospetti di utilizzo di software illecitamente duplicato, o comunque installato al di fuori dei regolari contratti di licenza", si legge nella comunicazione. Nonostante il successo di queste azioni, però, la situazione italiana viene definita dai vertici di Bsa come particolarmente preoccupante. "Perché a fronte di un tasso di pirateria (stimato dalla società di ricerche IDC al 53%) che ci situa vicino a un non invidiabile primato in Europa, riscontriamo un diffuso atteggiamento di ostilità culturale nei confronti della legge vigente", ha detto nella nota Francesca Giudice, presidente della sezione italiana di Bsa, che rappresenta aziende leader del settore come Adobe, Apple, Avid, Cisco Systems, Intel, McAfee, Microsoft, Symantec, Acca Software e Intergraph. In base a uno studio della società IDC, BSA stima che -- a seguito di una riduzione del 10% nel tasso di pirateria in Europa (attualmente al 35%) -- il settore del software nella sola Unione Europea potrebbe crescere dagli attuali 236 a potenziali 326 miliardi di euro, generando al contempo circa 19 miliardi di euro per i rispettivi sistemi fiscali nazionali e almeno 155.000 nuovi posti di lavoro.
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