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Gioco ONU per i diritti umani



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Pubblicato da Robbi il 25/08/2007 alle 09:28

Se Ban Ki-Moon allunga le braccia e riesce a prendere la Dichiarazione dei diritti umani delle Nazioni Unite, hai guadagnato cento punti. Tanti quanti ne vale la libertà di espressione. Sono questi i due ''oggetti positivi'' in cima alla classifica, come li ha definiti il web master che ha creato/il videogame per la difesa dei diritti umani. http://www.saddleup.co.uk/liberalinternational/

Uno spazio virtuale diviso, come lo è il mondo reale, in buoni e cattivi dove il delegato a salvare il mondo è nientemeno che il segratario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon.

Ideato da Liberal International (LI), la federazione mondiale dei partiti liberali, democratici e progressisti, il videogioco ha come obiettivo quello di informare sull'importanza di tutelare i diritti umani e di abrogare quanto li mette a rischio.

Su tutto, il genocidio: basta avvicinarsi e il gioco finisce. Game over. Perché con la morte non si gioca, almeno qui. Se nel Web spopolano i videogiochi di al-Qaeda o quelli di Hezbollah dove si accumulano punti ''uccidendo il nemico sionista'', qui il gioco è bello se dura tanto.

Nell'area del meno, ovvero dei punti che si perdono se si viene investiti da talune tragedie, troviamo invece la pena di morte: viene subito dopo il genocidio e comporta una penalità di cento punti. Se ne perdono 75, invece, se si prevedono i bambini soldato, i priginieri politici, i brogli elettorali o la corruzione. Meno 50 punti, invece, per i terroristi. Punteggi, o sottrazioni di punteggio, sui quali si potrebbe discutere, ma dei quali comunque fare tesoro. Il bene vale più del male. E il gioco, questa volta, non ha la connotazione negativa che spesso accompagna quello fatto dagli adulti.

Inoltre, tra una partita e l'altra, c'è spazio per la riflessione. Sul sito, infatti, compiano stime e definizioni fornite direttamente dall'Onu. Come quella sui bambini soldato: le Nazioni Unite stimano che siano più di 300mila quelli impegnati nei conflitti armati. O la definizione di rifugiato: persona che viene perseguitata per questioni di razza, religione, appartenenza a un gruppo etnico o politico, costretto per questo a vivere lontano dal paese natìo. O, ancora, la pena di morte, definita una ''combinazione di eccessiva crudeltà e profonda ingiustizia'' in vigore in ben 68 Paesi.

Una domanda, alla fine della partita, misura il grado di consapevolezza del giocatore. Per non dimentare, una volta spento il pc.


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