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Inondati di spazzatura elettronica



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Pubblicato da Robbi il 20/11/2007 alle 09:17

In Cina, ogni anno, viene prodotto oltre un milione di tonnellate di rifiuti tecnologici. Per la maggior parte provengono dall’occidente, ma sta crescendo anche una produzione casalinga. A Guiyu, provincia cinese di Quandong, l’industria della spazzatura elettronica impiega circa 150 mila persone, che lavorano in condizioni sanitarie e ambientali disastrose per recuperare i materiali più pregiati dalle apparecchiature elettroniche. La cosiddetta industria dell’e-waste (spazzatura elettronica) viene alimentata soprattutto dall’evoluta America, i cui consumatori credono di aiutare il pianeta quando in realtà spesso contribuiscono, ignari, al business del commercio dei rifiuti tecnologici.

Ma in generale il tema non chiama in causa solo la Cina, bensì molte economie in via di sviluppo: i Paesi ricchi stanno letteralmente inondando di spazzatura hi-tech i paesi del Terzo Mondo. Anziché impegnarsi nel riciclo e nello smaltimento, le nazioni industrializzate scaricano verso i Paesi poveri la responsabilità dello smaltimento. Computer, telefonini e televisioni che finiscono in discariche a cielo aperto o vengono bruciati, liberando sostanze molto tossiche per l’ambiente. Oltre alla Cina, il porto nigeriano di Lagos è uno dei più colpiti. Ma anche molte località indiane e africane.

Gli attivisti stimano, per l’esattezza, che una percentuale che va dal 50 all’80 per cento delle 300-400 mila tonnellate di rifiuti elettronici prodotti finisca in Paesi privi di normative adeguate a questo proposito, alimentando un business pericoloso e immorale.


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Commenti:
Davide71
Grazie anche a questa capitalizzazione del mercato cinese gli ambientalisti avranno il triplo da fare, anzi di piu', considerando che in Cina non c'e' un governo stabile (oddio anche qui da Noi non scherziamo) che non ha regole precise sull'inquinamento e la sicurezza del lavoratore, sara' dura appellarsi a qualcosa.
Non c'e' binomio peggiore che un finto-comunismo (China/ex URSS/Korea del nord) ed il Capitalismo per mettere in ginocchio la flora e fauna dell'Asia e poi del pianeta.

byezzz
skizzo
Purtroppo è un problema noto da tempo...

In Italia dovrebbe (dovrebbe, perchè doveva entrare in vigore già un paio d'anni fa) andare a regime il DL 151/2005 sulla gestione dei RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche), in cui è fatto obbligo ai produttori e distributori di preoccuparsi (e finanziare) il recupero di tali apparecchiature.
Non cambierà il mondo, ma almeno è un piccolo passo in avanti.
In particolare, spettando ai produttori l'onere del recupero, potrebbe accadere (e in effetti è specificato nei primi articoli del decreto) che già in fase di progettazione venga considerato il fine-vita degli apparecchi. Vedremo.
rondix
Lascio questo link come commento ....
http://www.asianews.it/view.php?l=it&art=3693
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