Siamo sempre più connessi. Al risveglio prima si controlla la posta poi si mette su la moka! Viaaa! ufficio , ma in macchina o sul tram un'occhiatina al cellulare bisogna pur darla. Arrivati a destinazione si accende il computer. e Alè così sino a sera, una bella razione di internet, instant messaging, editor e chat. Alla sera giusto per gradire, dopo cena si aggiorna il blog oppure si legge quello degli amici. Quante ore abbiamo passato davanti a un pc o al display del cellulare/palmare? Tante, anzi troppe. Dalle 9 alle 12 come minimo, ma c'è chi riesce anche a superare questa quota. Molti si dichiarano "tecnostressati". Circa l'80% dei lavoratori italiani intervistati. Non solo, poco meno dell'80% ritiene il problema in crescita in futuro. Ma cos'è il tecnostress? "Il termine è stato coniato dallo psicologo americano Craig Broad - dice Enzo Di Frenna, presidente di un'associazione no profit per la prevenzione delle videodipendenze - era la prima volta che si affrontava il tema dello stress legato all'uso di tecnologie e dell'impatto sul piano psicologico. Secondo Broad si tratta di un disturbo causato dall'incapacità di gestire le moderne tecnologie informatiche". Ansia, affaticamento mentale, attacchi di panico, depressione, incubi, attacchi di rabbia (dovuti in particolare alle difficoltà di utilizzo dei computer e dei software), deficit di attenzione, calo della concentrazione: sono i segni di questo disagio. E la diffusione di queste "patologie" va di pari passo con quella delle tecnologie digitali. "Internet è diventato lo strumento universale d'informazione. Il videotelefono-computer si è diffuso sul mercato. La tv è digitale. E altri "ordigni" digitali sono diventati di uso comune. Insomma, siamo invasi, circondati. Come uscirne fuori? Mmmhhh un mezza idea ce l'avrei. Intanto meno Internet e piu' lettone: la cura migliore, ma non solo, incontri conviviali con amici/amiche, cene di piacere, passeggiate nei boschi, viaggi, fate come vi pare ,ma schiacciate il bottone OFF!
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