Il regime italiano di assegnazione delle frequenze televisive è contrario al diritto comunitario. La sentenza della Corte Europea, riconosce il diritto di Europa 7 di vedersi assegnate frequenze trasmissive sulla base di criteri obiettivi, trasparenti, non discriminatori e proporzionati. Il ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni, aveva segnalato il 15 novembre 2006 alla Presidenza del Consiglio la necessità di modificare la posizione sostenuta in giudizio dall'Avvocatura dello Stato. Sempre Gentiloni, sostiene che il riconoscimento di tale diritto si ispira al disegno di legge che assegna a chi è titolare di concessione la priorità per le frequenze liberate dal trasferimento di due reti in digitale». Il Ministro ricorda che la Corte conclude che l'assegnazione in esclusiva e senza limiti di tempo delle frequenze a un numero limitato di operatori esistenti è contraria alle normative comunitarie.
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