Otto esposti all'Antitrust firmati da Altroconsumo contro gli abusi di chi vende suonerie. Il sistema è noto ed è stato più volte bacchettato dalle Autorità del settore: arriva un sms che dice: "scarica questa suoneria gratis". Oppure, si legge su riviste destinate a adolescenti la pubblicità di suonerie, con la parola "gratis" in bell'evidenza. Si chiama il numero reclamizzato o ci si reca a un sito Internet per ricevere la suoneria, che in effetti è gratis. Peccato però che nel contempo si attiva, spesso silenziosamente, un abbonamento, che sottrae al solito 4 euro alla settimana dal credito prepagato dell'utente, senza avvisarlo. La clausola dell'abbonamento è spesso in piccolo, nella pubblicità, o compare solo al momento del download della suonerie; in certi casi non appare affatto. Per un adolescente è facile cadere in inganno e non capire poi come mai il credito prepagato si prosciughi così velocemente. Basta fare una ricerca con la parola "suoneria" o "suonerie", sul motore dell'Antitrust, per scoprire che è un annoso problema, punito come "pubblicità ingannevole". Quello delle suonerie è un mercato che valeva 250 milioni di euro nel 2006 (secondo il Politecnico di Milano), ma chissà quanti di questi soldi vengono da utenti a tutti gli effetti consapevoli della spesa. Secondo alcuni addetti al settore, i problemi di questo mercato sarebbero dovuti a una situazione anomala, che non ha uguali nel resto d'Europa: gli operatori mobili hanno fatto uno sbarramento alla concorrenza, permettendo a poche aziende di vendere suonerie.
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