Tempi duri per per i provider e, di riflesso, gli utenti Internet. L’ultima novità: Siae ha chiesto una legge per ottenere un contributo in percentuale da versare alla Siae da parte di tutti quei provider che forniscono a pagamento la linea Adsl veloce. Sarebbe l’estensione di quel già contestatissimo “equo compenso” che Siae ottiene dai produttori di cd e lettori mp3. È pensato a rimborso dovuto a causa di coloro che si prevede utilizzeranno quegli strumenti per ledere il diritto d’autore. La Siae crede anche che utilizzare le connessioni Adsl, per scaricare opere protette sia profondamente ingiusto e che da questa attività commerciale i provider traggano enormi vantaggi economici, non versando, a puro titolo di risarcimento, una parte dei loro proventi agli autori per i diritti evasi. I signori del diritto d’autore potrebbero però tentare la stoccata finale in un altro modo: grazie a una legge che in questi giorni il governo sta meditando di emanare, nell’ambito del Comitato istituito contro la pirateria. Obbligherebbe i provider a disconnettere gli utenti colti a fare peer to peer pirata. Da vedere se il Governo si muoverà in tal senso, ma già c’è stata un’alzata di scudi di vari soggetti contro questa ipotesi. Altroconsumo, adiconsum, Assoprovider, Aiip, Assodigitale, Iab, Confindustria servizi innovativi, l’istituto per le politiche dell’innovazione e altri hanno mandato una lettera al governo, a riguardo. I provider difendono i principi fondanti di Internet da vari attacchi, in questi giorni. Hanno infatti anche appena depositato presso il tribunale del riesame di Milano la richiesta di annullamento di un provvedimento (del Gip di Milano) che li obbliga a oscurare due siti esteri per l’acquisto di sigarette. Un po’ come avvenuto con Pirate Bay.
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