Avviso ai naviganti del Web: è partito il conto alla rovescia per la più grande rivoluzione dell’Internet-generation. Se il 2009 passerà alla storia come l’anno della peggiore recessione dagli Anni Trenta, il riscatto potrebbe arrivare dall’universo parallelo del «www». Entro la fine del mese saranno levati i veli a un nuovo super-software da usare nelle indagini online: l’aspetto è quello di un normale motore di ricerca ma la capacità di elaborazione non ha precedenti.
Il nuovo sistema, messo a punto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Harvard, si chiama Wolfram Alpha - dal nome di Stephen Wolfram, scienziato britannico che ha guidato l’équipe dell’ateneo di Boston - ed è in grado di capire domande molto particolari ma formulate nel linguaggio comune, alle quali fornisce risposte altrettanto precise. In sostanza è un «search engine», per dirla all’inglese, ma a differenza dei predecessori è capace di processare in maniera analitica una quantità d’informazioni molto più ampia rispetto alle due o tre parole chiave che si inseriscono di solito nella stringa di ricerca. Al termine dell’elaborazione Wolfram offrirà una serie di risposte, in termini di link a siti web e portali, molto più contenuta e selettiva rispetto agli interminabili elenchi che si ottengono oggi, e che spesso rendono difficile individuare il percorso da seguire. «Finalmente ecco lo strumento giusto per chi è stanco di dover districarsi tra una quantità enorme di risultati che poco hanno a che fare con la ricerca», commenta Michael Jones, esperto e fondatore di Tech.blorge.com.
La portata del progetto è tale che gli studiosi di Harvard gli hanno dato il nome di «Sacro Gral della Rete», ma per gli appassionati Wolfran Alpha è a tutti gli effetti l’anti-Google, anche se il suo impiego sarà più esteso. Non c’è dubbio che si tratti di un prodotto destinato a mettere in ombra i tradizionali motori come Yahoo! o Msn, e che rischia di strappare lo scettro a Sergey Brin e Larry Page, i fondatori di Google da dieci anni re incontrastato dei «search engine». Wolfran Alpha non fornirà solo una risposta diretta a domande del tipo: «Quanto è alto il monte Everest?». A corredo darà un elenco contenuto e ordinato di informazioni geografiche, culturali e storiche legate all’Everest, con tanto di grafici e tabelle, selezionate tra le fonti ritenute più attendibili. Ma la vera innovazione è la capacità di lavorare «on the fly», ovvero in astratto. «Se gli chiedi di paragonare l’altezza dell’Everest con la lunghezza del Golden Gate di San Francisco, lo farà», spiega Stephen Wolfram. O se gli si chiede che tempo faceva a Londra il giorno in cui hanno ucciso Jfk lui procederà a una ricerca incrociata e dirà con certezza assoluta se nella capitale britannica il 22 novembre 1963 pioveva o c’era il sole. Wolfram, guru della fisica con riconoscimenti internazionali, garantisce sull’accuratezza delle informazioni perché vengono valutate (prima) da un gruppo di esperti. Per questo saranno eliminati anelli deboli tipici di siti come Wikipedia, dove ognuno può contribuire alla stesura delle pagine aumentando il rischio di errori o imprecisioni. «Voglio rendere il sapere che l’uomo ha accumulato in migliaia di anni disponibile a tutti ma con la maggiore accuratezza possibile - spiega Wolfram - non credevo che ci saremmo riusciti, e sono piuttosto sorpreso nel vedere che funziona così bene». Lo scienziato di 49 anni avverte che il lancio della sua creatura previsto in tre settimane «è solo il primo passo di una rivoluzione della Rete» resa possibile grazie dal fatto che si tratta di un sistema aperto, ovvero gratuito e utilizzabile da chiunque. Un’invenzione straordinaria quindi, ma «non priva di inconvenienti», tiene a precisare.
Wolfran Alpha è stato infatti disegnato da professionisti e accademici e per questo mostra qualche lacuna nel linguaggio popolare. Per esempio, il termine «50 cents» ha causato «errori assoluti» nei test pilota, perché confonde informazioni sulla valuta Usa con quelle del famoso rapper americano che porta quel nome. Per questo, e solo per questo, il neonato di casa Harvard non è destinato a mettere a rischio subito l’egemonia di Google. «Ma è solo questione di tempo - dice Wolfram - perché una volta sul mercato sarà possibile perfezionarlo». Page e Brin sono avvertiti.
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