Dialers, spamming, catene di e-mail, fantomatiche lotterie o concorsi a premi, false vendite. Sono solo alcune delle tante truffe che affollano la rete Internet. Sempre più in crescita appare l’agguato dei Dialers, programmi (files ".exe") che connettono l’utente, a sua insaputa, a numeri telefonici a pagamento. E lo fanno disconnettendo il modem dal provider, per poi ricollegarlo a numeri che fanno lievitare la bolletta telefonica. Solitamente si tratta di numeri che iniziano con 709, 899, 166. Programmi che a volte impostano la connessione automatica a numeri internazionali (tipo +00773), e che una volta scaricati e lanciati, indirizzano il pc ad aree riservate dove si possono scaricare loghi, suonerie, sfondi per il computer, software, musica mp3, filmati e immagini pornografiche, ad un costo medio che arriva fino a 2,5 euro+iva al minuto. Una sentenza della Cassazione ha dato nuove speranze a coloro che vogliono combattere questi ‘parassiti’ della rete chiamati dialers, considerati i più aggressivi. La Suprema Corte ha deciso che nel caso in cui l'utente contesti gli addebiti in bolletta Telecom, anche quelli relativi all'uso di numeri a pagamento per la connessione ad internet, la stessa Telecom Italia dovrà fornire i tabulati delle telefonate nella loro interezza. A tanti è poi accaduto, di fronte a certe bollette, di non aver pagato le fatture inviate da Telecom Italia e di aver subito conseguentemente il taglio della linea. Per questo la Corte ha deciso che, quando c'è una contestazione degli addebiti, Telecom dovrà rinviare la disattivazione della linea per morosità fino alla fornitura dei tabulati completi delle chiamate. Poi ci sono le false vendite: il commercio elettronico non è immune dal classico "pacco". Come in ogni vendita per corrispondenza, si corre il rischio che l'oggetto acquistato non risponda poi alle aspettative, o addirittura di pagare per non ricevere mai niente in cambio. Il rischio è tanto maggiore su Internet, dove è più facile per un truffatore nascondersi dietro l'anonimato. Shopping in rete dunque sì, ma con cautela, andando sui siti più noti e di comprovata serietà. Inoltre, con l’aumento delle transazioni economiche on-line si accrescono proporzionalmente anche le frodi: siti clonati e casi di 'phishing', fenomeno con cui i truffatori si fingono istituti bancari per carpire informazioni personali come account e password del correntista, frodi sugli acquisti effettuati in rete. La difficoltà riscontrata dalla Polizia Postale è che gran parte delle frodi vengono architettate e gestite dall’estero e che i colpevoli sono difficilmente rintracciabili al di fuori del territorio dello Stato. C’è poi un nuovo sistema che si sta diffondendo on line per truffare gli inserzionisti su internet. Attenzione a chi, residente all'estero, dimostrandosi particolarmente gentile e interessato all'oggetto messo in vendita, chiede informazioni dettagliate. Dopo qualche giorno arriva l'assegno estero con un importo a volte superiore. In banca l’operatore comuncherà che ci vorranno dai 7 ai 20 giorni lavorativi per verificare l’assegno. In questo periodo chi l'ha inviato inizia a tempestare il venditore di telefonate per poter ritirare l’oggetto. Le pressioni fanno cadere in trappola molti che, spaventati e per rispettare l'accordo preso, consegnano l'oggetto in vendita. Dopo qualche giorno la spiacevole sorpresa: la banca dirà che l’assegno è falso.
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