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Un milione di lavoratori a rischio pirateria



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Pubblicato da Flying Luka il 18/12/2009 alle 14:00

''L'ordinanza della Nona Sezione Civile emessa ieri dal Tribunale di Roma e' un importante passo verso la legalita' e il riconoscimento della proprieta' intellettuale di chi produce contenuti''. Questo il commento di Tullio Camiglieri, coordinatore del Centro Studi per la protezione dei diritti degli autori e della liberta' di informazione.

''YouTube e' uno strumento di grande utilita', ma oltre ad aver dato la possibilita' a milioni di utenti di condividere i propri contenuti online, sfrutta -aggiunge- senza averne diritto contenuti di ogni genere protetti da copyright. E il confine con la pirateria on line e' abbastanza labile. YouTube - che e' di proprieta' di Google - non riconosce il valore della proprieta' intellettuale. Google dice di avvalersi della clausola del cosiddetto fair use e dichiara che basta una segnalazione per rimuovere un contenuto''. ''La realta' - afferma ancora Camiglieri - e' che di contenuti protetti da copyright YouTube e' pieno, e con questi ci guadagna (come recentemente ammesso da Michael Moritz, partner di Sequoia Capital, uno dei maggiori venture capital della Silicon Valley e tra i primi investitori di Google nel 1999 e di YouTube, il canale video sta facendo profitti da oltre 18 mesi), mentre chi perde ogni giorno sono gli autori, i registi, i giornalisti, gli editori. E' diventata una battaglia comune che riguarda i produttori di contenuti audiovisivi e gli editori di giornali ed e' ormai necessario un cambiamento di approccio da parte di Google nei confronti dei produttori di contenuti''. ''Non dimentichiamo - aggiunge Camiglieri - che il danno che la pirateria provoca all'insieme dell'industria culturale del nostro paese si avvicina al miliardo di euro l'anno, e che negli ultimi dieci anni in Europa si sono persi 150.000 posti di lavoro a causa della stessa.

Allo stesso modo, l'editoria, vede a rischio decine di migliaia dei 500 mila posti di lavoro incluso l'indotto, anche a causa del mancato rispetto dei diritti di proprieta' intellettuale in rete e della gestione delle news da parte di Google che, con il suo sistema di accesso diretto, sta impoverendo sempre piu' la capacita' di creare contenuti editoriali''. ''Dispiace - conclude Camiglieri - che alcuni parlamentari possano aver accolto con disappunto la sentenza di Roma, per loro siamo pronti ad organizzare un incontro con le rappresentanze di un milione di lavoratori, a tanto ammontano gli addetti di tutti i comparti a rischio pirateria''.


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Commenti:
pamu
Forse il titolo sarebbe stato piu' comprensibile ed adatto al contenuto se fosse stato: un milione di lavoratori a rischio causa pirateria.
Vorrei solo far notare che non basta il grassetto e la sottolineatura a rendere una affermazione vera e dimostrata. Sarei dispostissimo ad accettare tali, apparentemente inverosimili, numeri se qualcuno mi facesse la gentilezza di spiegare il modo in cui tali numeri sono stati calcolati e ne dimostrasse in tal modo la credibilita'.
L'unica, risibile, spiegazione che ho mai letto sosteneva che tali valori fossero il risultato della moltiplicazione del numero di download "illegali" con il prezzo della cosa scaricata.
Io e tanti come me (che personalmente conosco) che scaricano, ad esempio, un CD per poi acquistarlo, se di proprio gradimento, o cancellarlo, di quanti posti di lavoro persi devono sentirsi colpevoli?
Per non parlare del fatto che, secondo me, per parlare di "proprieta' intellettuale di chi produce contenuti", riguardo ad immagini di alcuni poveri di spirito che litigano e urlano, occorre una non indifferente quantita' di coraggio.
rondix
Riporto pari pari quanto Mediaset si è espresso sulla sentenza della nona sezione civile del Tribunale di Roma:

Non si tratta di semplici provider di spazi Web, ma di veri e propri editori che devono rispondere alle regole come tutti gli altri media. Anche YouTube ha quindi la responsabilità dei contenuti che sfrutta pubblicitariamente. In conclusione, l’ordinanza di oggi non censura Internet ma ne allarga i confini. Tutti gli editori, Mediaset in testa, possono ora investire nella propria offerta gratuita sul Web a beneficio dei navigatori, certi di un contesto di regole definite. Tutti gli operatori Internet, a cominciare da YouTube, potranno stringere accordi con Mediaset e gli altri editori in un quadro di legalità e di reciproca soddisfazione............

Forse puo' aiutare a capire meglio le cose ......
Il Castiglio
Anche in agricoltura si sono persi milioni di posti di lavoro qualche decennio fa, quando invece di zappare tutto a mano hanno inventato l'aratro
Si chiama progresso ... difficilmente si può tornare indietro

P.S.: comunque una buona zappa per tanti dirigenti SIAE e politici italiani si può ancora trovare
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