''L'ordinanza della Nona Sezione Civile emessa ieri dal Tribunale di Roma e' un importante passo verso la legalita' e il riconoscimento della proprieta' intellettuale di chi produce contenuti''. Questo il commento di Tullio Camiglieri, coordinatore del Centro Studi per la protezione dei diritti degli autori e della liberta' di informazione. ''YouTube e' uno strumento di grande utilita', ma oltre ad aver dato la possibilita' a milioni di utenti di condividere i propri contenuti online, sfrutta -aggiunge- senza averne diritto contenuti di ogni genere protetti da copyright. E il confine con la pirateria on line e' abbastanza labile. YouTube - che e' di proprieta' di Google - non riconosce il valore della proprieta' intellettuale. Google dice di avvalersi della clausola del cosiddetto fair use e dichiara che basta una segnalazione per rimuovere un contenuto''. ''La realta' - afferma ancora Camiglieri - e' che di contenuti protetti da copyright YouTube e' pieno, e con questi ci guadagna (come recentemente ammesso da Michael Moritz, partner di Sequoia Capital, uno dei maggiori venture capital della Silicon Valley e tra i primi investitori di Google nel 1999 e di YouTube, il canale video sta facendo profitti da oltre 18 mesi), mentre chi perde ogni giorno sono gli autori, i registi, i giornalisti, gli editori. E' diventata una battaglia comune che riguarda i produttori di contenuti audiovisivi e gli editori di giornali ed e' ormai necessario un cambiamento di approccio da parte di Google nei confronti dei produttori di contenuti''. ''Non dimentichiamo - aggiunge Camiglieri - che il danno che la pirateria provoca all'insieme dell'industria culturale del nostro paese si avvicina al miliardo di euro l'anno, e che negli ultimi dieci anni in Europa si sono persi 150.000 posti di lavoro a causa della stessa. Allo stesso modo, l'editoria, vede a rischio decine di migliaia dei 500 mila posti di lavoro incluso l'indotto, anche a causa del mancato rispetto dei diritti di proprieta' intellettuale in rete e della gestione delle news da parte di Google che, con il suo sistema di accesso diretto, sta impoverendo sempre piu' la capacita' di creare contenuti editoriali''. ''Dispiace - conclude Camiglieri - che alcuni parlamentari possano aver accolto con disappunto la sentenza di Roma, per loro siamo pronti ad organizzare un incontro con le rappresentanze di un milione di lavoratori, a tanto ammontano gli addetti di tutti i comparti a rischio pirateria''.
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