Era già successo due settimane fa in Egitto quando erano scoppiate le proteste contro Mubarak: adesso Internet è stata bloccata, e poi ripristinata, anche in Libia dove la popolazione è in rivolta contro il colonnello Gheddafi. Questa volta il black-out totale, attuato dal governo libico per impedire che immagini e notizie delle sommosse finissero sul Web, è durato per circa 7 ore tra venerdì e sabato, proprio quando la protesta si è fatta più accesa e negli scontri ci sono state decine di vittime. In seguito la Rete è stata ripristinata completamente, ma già numerosi attivisti, appartenenti al gruppo Telecomix, si erano messi all’opera per diffondere comunque tramite Web alcune immagini di quello che stava avvenendo a Bengasi, seconda città della Libia. Lo stesso gruppo aveva anche messo a disposizione alcuni numeri telefonici per collegarsi ad Internet nonostante il blocco governativo e un wiki editabile contenente le istruzioni per superare la censura. Su YouTube è inoltre nato il canale SaveLibya, in cui vengono postati i video che mostrano cosa sta succedendo in Libia. Le iniziative non si fermano qui. Su Twitter un cittadino il cui pseudonimo è “@arasmus” ha creato su Google Maps una mappa (vedi foto in alto) per georeferenziare i luoghi in cui stanno avvenendo gli scontri.
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