Fin dal primo giorno di lancio di Google+, Facebook ha messo in atto alcune mosse che, agli occhi di tutti, sono sembrate una strategia di "difesa preventiva" contro quello che a tutti gli effetti sta diventando il suo acerrimo rivale.
Partendo dalle migliorate interoperabilità con alcuni software esterni, come Skype, fino a stravolgimenti nel sistema di gestione della privacy, alla comparsa delle "liste" e ad altre aggiunte, tutte sviluppate ed inserite dopo che G+ aveva mostrato al mondo (o meglio ad una selezionata cerchia di utenti) le sue novità e le obsolescenze di Facebook. L'ultima mossa, in ordine di tempo, è la sperimentazione di un nuovo algoritmo di feed in tempo reale, opposto a quello utilizzato fino ad oggi (la funzione "Top News") e che in qualche modo ha generato lo scontento degli sviluppatori, poichè ostacola il meccanismo di diffusione virale dei contenuti e delle app che cercano di scovare nuovi utenti. L'aver scontentato e allarmato la comunità di sviluppatori è il motivo principale che ha portato alla sperimentazione del nuovo algoritmo di feed, Facebook in questo momento teme, più di ogni altra cosa, di perdere sviluppatori, che potrebbero essere attirati su Google+. Ipoteticamente parlando, Google non ha bisogno del denaro generato da G+, ha già introiti a sufficienza da una miriade di altre attività e potrebbe permettersi di lasciare agli sviluppatori una più larga fetta dei ricavi ottenuti dalle app (Facebook tiene per sè il 30%), addirittura potrebbe non tenere per sè alcuna percentuale (almeno inizialmente, per attirare sviluppatori). Questa considerazione è stata fatta anche dai manager di Facebook, che sono appunto sulla difensiva dal giorno di lancio di G+. Ma soltanto nel lungo periodo (tra 5 o 10 anni) si potrà capire con chiara evidenza quale dei due social network avrà messo in atto le politiche opportune alla sopravvivenza.
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