Un sondaggio svolto all'interno della cerchia di utenti di Hacker News (circa 100 programmatori), ha rivelato particolari interessanti sulla qualità delle API utilizzate per la scrittura di app di vari siti web, tra questi Facebook è risultata la piattaforma con le API peggiori, seguita a ruota da Google, mentre al terzo posto si posiziona Twitter. La curiosità del sondaggio è che ha cercato di prendere nota di tutte le esperienze negative in cui si sono trovati gli sviluppatori al momento di scrivere un'applicazione web per le varie piattaforme, dalla raccolta è risultato che le API Facebook hanno causato almeno 19 tipi di grattacapi ai programmatori. Non è però chiaro se il risultato ottenuto da Facebook sia da attribuire al fatto che le sue API siano tra le più utilizzate (dunque maggior base di utenza genera maggiore probabilità di incappare in inconvenienti di programmazione) oppure se siano effettivamente le peggiori API Web in termini qualitativi. Ecco una lista dei più frequenti inconvenienti in cui uno sviluppatore incappa con le API di tutti i siti summenzionati: - Scarsa documentazione
- OAuth
- Scarse possibilità di gestione degli errori
- Mancanza di codice d'esempio
- Mancanza di un ambiente in cui testare il codice
- Mancanza di librerie standard utilizzabili in più linguaggi
- API che cambiano o divengono obsolete frequentemente
- Problemi di normalizzazione dei dati per conformarsi alle strutture dati interne
- Confine sottile tra uso ed abuso
- Limitazione arbitraria (differenze tra servizi)
- Presenza di troppi differenti standard (REST v SOAP v XML-RPC, XML v JSON v POST, etc.)
- Far dialogare i servizi con una dev machine posta dietro un firewall
In generale i punti sopra elencati interessano con ugual frequenza le API di tutti i servizi Web presenti nel sondaggio, ma il settimo punto (API che cambiano o divengono obsolete frequentemente) riguarda in special modo le API Facebook, sottoposte a cambiamenti troppo veloci, che spesso non danno il tempo per documentarsi sulle novità introdotte.
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