Pochi continuano ad utilizzare i supporti ottici per l'archiviazione ed il backup dei dati, preferendo affidarsi a dispositivi USB come pendrive ed hard disk esterni, ma finora i CD sono sopravvissuti perchè comodi da utilizzare e perchè l'industria discografica continuava ad utilizzarli come supporti preferiti per la vendita di musica. Dal prossimo anno, però, le major discografiche d'oltreoceano smetteranno di produrre CD e focalizzeranno la distribuzione sullo streaming ed il download, sistemi che l'utenza ha già da tempo mostrato di preferire. I CD rimarranno la scelta per le edizioni limitate, saranno un valore aggiunto che gli audiofili potranno ricercare, ma è ormai ben noto che la maggioranza degli utenti non distingue la differenza di qualità sonora che c'è tra un MP3 a codifica variabile ed una traccia CD. D'altronde i CD stessi, al loro esordio negli anni 80, furono mal tollerati (anche se adottati velocemente) da chi preferiva il suono "caldo" dei vinili, vinili che stanno prepotentemente tornando alla carica. In futuro, come molti già si aspettavano, la musica si ascolterà in streaming o si scaricherà da servizi legali (sperando di non pagare una traccia a peso d'oro), mentre i supporti fisici come CD e vinili rimarranno per gli intenditori (e per chi ancora possiede un giradischi a puntine).
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