Mentre Galileo, il GPS europeo, stentava a prendere forma a causa di indecisioni tra gli stati membri e dei costi che continuano a lievitare, la Cina, molto più risoluta dell'UE, imboccava ad alta velocità la via per un sistema GPS proprietario, ma ora c'è già chi annuncia l'allarme per la privacy. Beidu, questo il nome del GPS cinese, è ora attivo. La parola scelta ha, in lingua cinese, l'analogo significato di "Grande Carro" e sta ad indicare proprio la costellazione dell'Orsa Maggiore. Attualmente Beidu comprende dieci satelliti e copre la maggior parte del continente asiatico, la precisione non è altrettanto accurata quanto quella del sistema GPS, ma i cinesi contano di migliorarla presto con il lancio di nuovi satelliti, entro il 2020, infatti, il piano è di avere 35 satelliti orbitanti. Galileo sarà operativo nel 2019, dunque per l'anno successivo ci saranno tre alternative al GPS americano, il numero non è errato, infatti oltre a Galileo e Beidu, è ancora attiva la rete russa GLONASS, che fu avviata sul finire degli anni 90 e mai terminata a causa di vicissitudini politico-economiche. GLONASS, però, attualmente è in funzione ed è sfruttata dagli iPhone di Apple per sopperire alle mancanze del GPS. Sul fronte americano sta, invece, per essere varato il secondo grande aggiornamento alla rete GPS, che passerà alla versione III, offrendo maggiore accuratezza e potenza. Analogamente al sistema GPS, anche Beidu è di proprietà esclusiva della nazione che lo ha messo in orbita, governo cinese e statunitense, quindi, potranno decidere di impedire l'accesso a GPS e Beidu quando riterranno più opportuno.
|