Presto, probabilmente entro giovedì 2 febbraio, milioni di file che gli utenti hanno caricato su Megaupload potrebbero essere cancellati. La decisione di eliminare i dati (quali che essi siano, legali o illegali) dal sito, chiuso recentemente dall’FBI, non sarebbe stata disposta dalle autorità, ma si configurerebbe invece come una conseguenza diretta del congelamento dei beni e dei conti bancari di Megaupload e del suo responsabile Kim Dotcom. Fatti che hanno comportato lo stop nei pagamenti verso le aziende (Carpathia Hosting Inc. e Cogent Communications Group Inc.) che gestiscono i server esterni, situati negli Stati Uniti, in cui sono memorizzati i file. È quindi altamente probabile che in assenza di pagamenti, il servizio di archiviazione dei file venga interrotto. I dati non sono sotto sequestro, in quanto gli inquirenti hanno già copiato i dati utili al procedimento giudiziario. Il fatto è che Megaupload, come altri siti di file hosting, vengono utilizzati dagli utenti anche per archiviare file personali (foto, documenti) assolutamente legali che dovrebbero pertanto essere tutelati, come sostiene l’avvocato di Megaupload Ira Rothken, che spera di poter raggiungere un accordo per sbloccare almeno parte del denaro per evitare che i dati vengano cancellati.
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