Si è conclusa con un nulla di fatto la class action intentata da un gruppo di blogger al sito The Huffington Post (noto anche come HuffPo) per “trattamento scorretto”. I blogger richiedevano una compensazione per aver lavorato per l’aggregatore di notizie fondato da Arianna Huffington senza mai percepire un centesimo, ma la Corte di New York ha dato ragione all’Huffington Post, in quanto, secondo le condizioni contrattuali sottoscritte, la loro collaborazione doveva essere gratuita. L’offerta di lavoro del giornale prevedeva infatti la possibilità per i blogger di pubblicare i loro pezzi senza ricevere alcun compenso, ma solo in cambio di visibilità. La scintilla che aveva fatto scattare la class action da parte dei blogger era stata l’acquisizione della piattaforma da parte di IOL per 315 milioni di dollari, che aveva fatto rilevare la sproporzione tra gli introiti generati e le condizioni economiche offerte agli scrittori dei pezzi pubblicati sul sito, considerando anche che questi ultimi avevano contribuito con il loro lavoro ad aumentare il valore dell’aggregatore. Il giudice, però, ha respinto la class action in quanto ha stabilito che i blogger hanno firmato con il loro committente un contratto in cui era scritto chiaramente che non avrebbero ricevuto alcun compenso.
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