Commette reato di sostituzione di persona chi crea e usa un account di posta elettronica a nome di qualcun altro e si attribuisce le sue generalità procurandogli danno. Questo è quanto ha deciso la terza sezione penale della Cassazione con sentenza 12479/2012. Il caso riguardava un quarantaduenne romano, già condannato dalla Corte di Appello di Roma, che aveva registrato un account e-mail a nome di una donna per partecipare alle aste online, fare acquisti e non saldare i conti. La donna aveva quindi ricevuto dai creditori lettere di messa in mora e solleciti di pagamento. L’uomo si era difeso dichiarando di avere usato i dati anagrafici della donna solo per iscriversi al sito di aste on-line e di aver partecipato ad esse con un nome di fantasia. La cassazione ha però chiarito che l’uso di un nickname non elimina la responsabilità penale. Quando si partecipa alle aste on-line e si utilizza uno pseudonimo, a questo deve corrispondere una reale identità, accertabile dai soggetti con i quali vengono concluse le compravendite. L’imputato è stato pertanto condannato ad una pena pecuniaria di 1.140 euro.
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