Dopo il 3D, che peraltro è una tecnologia già datata, cos’altro può rivoluzionare il cinema? Il numero dei fotogrammi al secondo! Raddoppiandolo, portandolo cioè da 24 a 48, ci si dovrebbe aspettare di ottenere filmati molto più realistici del normale, ma forse non è proprio così. Un montaggio di 10 minuti di The Hobbit: An Unexpected Journey, girato dal regista Peter Jackson in 3D a 48 fps per canale (per un totale di 192 fps in 3D), è stato proiettato al CinemaCon di Las Vegas, ma le reazioni degli spettatori non sono state per niente entusiaste. La critica maggiore è stata che la fedeltà delle immagini del film, nonostante si trattasse di una copia di lavorazione priva di effetti speciali, ha infastidito gli spettatori che hanno assistito alla proiezione. In pratica le immagini, anche se più realistiche, erano caratterizzate da movimenti di camera troppo fluidi, cosa che le rendeva simili a quelle di una telenovela o di un film per la TV. Anziché fornire un senso maggiore di immersione nel film, si è ottenuto l’effetto opposto, ovvero quello di distrarre lo spettatore. C’è da dire però, in difesa della tecnologia, che il disagio degli spettatori potrebbe essere dovuto anche al fatto che sono abituati al cinema a 24 fotogrammi al secondo. Ad ogni modo il film uscirà a dicembre e solo allora si potrà esprimere un giudizio definitivo sulla tecnologia.
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