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USA: l’IP non identifica chi “scarica”



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Pubblicato da Redazione il 07/05/2012 alle 14:58

 

 

Farà sicuramente molto discutere una recente sentenza emessa negli Stati Uniti. Un giudice federale di New York, Gary R. Brown, ha stabilito che un indirizzo IP non può essere considerato una prova sufficiente per identificare in maniera univoca un utente accusato di scaricare da Internet materiale protetto da diritto d’autore.

Secondo il giudice, infatti, un indirizzo IP assegnato da un provider consente di individuare il luogo in cui si trovano dei dispositivi connessi alla Rete, ma non di determinare con precisione chi ha prelevato illegalmente dalla Rete un contenuto protetto. Succede infatti che in molte situazioni l’IP va ad identificare un router wireless o un altro dispositivo di rete e chi ha commesso la violazione potrebbe essere chiunque, ovvero il titolare dell’abbonamento, un suo familiare, un ospite, un vicino e persino un intruso.

La sentenza è stata emessa nell’ambito di un processo intentato dai cosiddetti “troll del copyright”, studi legali che cercano di lucrare attraverso il contenzioso su questioni di diritto d’autore, contro migliaia di “downloaders” dalla Rete, tra cui numerosi anziani accusati di avere scaricato film dal contenuto pornografico. Il giudice ritiene che tali cause costituiscono un enorme spreco di risorse giuridiche. Pertanto chiede alle varie corti interessate in questo tipo di procedimenti di respingere le richieste degli avvocati delle troll del copyright.

Se l’IP consente di risalire ad un singolo abbonato, bisogna considerare anche, ricorda il giudice, che nel 61% delle case americane è presente una connessione senza fili che potrebbe essere usata da più persone contemporaneamente o potrebbe non essere sufficientemente protetta da intrusioni. Per questo motivo l’indirizzo IP con consente di determinare automaticamente il colpevole di un illecito.




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Commenti:
booty island
Concordo, molte persone commettono questo tipo di reato, girano per la città e scovata una rete wireless sprotetta vi si connettono per fare porcate gratuite ai danni del povero malcapitato... usare i proxy o una catena di proxy è più lento, macchinoso e rischioso (vedi log sul server)... c'è da dire che bisognerebbe proteggere la propria rete wireless con una criptazione almeno WPA o WPA2, ma purtroppo non tutti hanno la nozioni e capacità per proteggere la rete adeguatamente... inoltre se uno trova "la porta di casa aperta" non significa che deve entrarvi e commettere illeciti.. tutto sta a l'onestà di ognuno... solo uno senza palle si abbassa a queste cose.. imho
borgata
Non serve che sia una rete non protetta.

Spesso basta un attacco dizionario abbastanza breve, quando naturalmente non salta fuori qualche crepa di sicurezza nel protocollo (per esempio da poco era stato trovato un bel baco di sicurezza in quei router che utilizzano il sistema di configurazione con pin WPS: Wi-Fi Protected Setup).

Peggio ancora è possibile accedere con estrema facilità a quelle reti wireless fornite dagli operatori telefonici che utilizzano stringhe alfanumeriche apparentemente sicure, ma in realtà facilmente recuperabili da diversi database (testato con alcune semplici applicazioni smartphone, entrato senza problemi in molte reti alice).
LoryOne
Vero, ma non sempre funziona: E' soltanto una questione di firmware obsoleto quando ci si riesce. Purtroppo ci sono tanti utenti che neanche sanno cosa sia un firmware, non verificano la versione, non lo aggiornano, non approfondiscono l'argomento, non mettono mano alle impostazioni di default...A volte non impostano proprio nulla perchè per loro l'importante è che funzioni da subito: Sono persino convinti che se per caso ci mettessero mano, poi non funzionerebbe più nulla, pertanto evitano accuratamente di capire con quale strumento abbiano a che fare e quanto lo si possa studiare ed approfondire. Sono attratti da interfacce semplici con poche impostazioni e soprattutto di immediato utilizzo.
Questo è il principale errore.
Ormai internet offre la conoscenza che tempo fa era solo universitaria...Quando si naviga in internet non si perde tempo su facebook, a scaricare suonerie, a chattare; Ci si istruisce e la conoscenza non è negata, basta aver voglia di cercare.
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