Leon Panetta, segretario al Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, ha confermato che il paese è sotto attacco. Ma il campo di battaglia, di oggi e ancor di più nel futuro, è il cyberspazio. Non si esclude nemmeno un intervento preventivo dell'esercito qualora fosse individuata una minaccia imminente di attacco informatico.

Nelle ultime settimane alcune banche e istituzioni finanziarie sono state aggredite da presunti hacker iraniani, in sfregio alle sanzioni economiche volte a obbligare il governo di Teheran a negoziare sul suo programma nucleare. Un gruppo che si fa chiamare i "combattenti di Izz ad-Din al Qassam" ha rivendicato queste azioni, definendole una protesta contro il video anti islamico pubblicato su YouTube che ha provocato violente proteste in tutto il mondo musulmano.

La minaccia è realmente seria. Se fossero attaccati i sistemi finanziari, la rete elettrica e gli apparati governativi il paese si paralizzerebbe. Gli attacchi non sono una novità assoluta ma negli ultimi mesi si sono moltiplicati in maniera esponenziale. Gli Stati Uniti hanno effettuato investimenti significativi in strumenti informatici capaci di affrontare il problema e di individuare la fonte di un attacco informatico, quantunque l'attribuzione dell'identità di un attacco via Internet resti attività molto complicata. E come se questo non bastasse, il Congresso ha intenzione di tagliare la spesa della difesa per 500 miliardi di dollari nei prossimi dieci anni.