Come preannunciato, nel weekend Anonymous ha attaccato Israele. Ad essere presi di mira sono stati i siti istituzionali del paese, dodici siti principali sono rimasti irraggiungibili per alcune ore, tra i quali quelli della polizia dell’ufficio del primo ministro, delle autorità di sicurezza, e del centro statistiche e quello del ministro dell’immigrazione. Oltre agli obiettivi più grossi, nell’attacco sono stati coinvolti 100mila siti minori, 40 mila account facebook, e 30 mila conti bancari legati a israeliani. Dai dettagli conosciuti sino ad ora sembra che l’attacco non fosse mirato a danneggiare le infrastrutture, ma solo a creare disagi. Anonymous aveva preannunciato la propria offensiva la settimana scorsa, dicendo che avrebbe “distrutto e cancellato Israele dal Cyberspazio”. Sul blog ufficiale del gruppo si legge: “Abbiamo scelto di schierarci ancora una volta dalla parte di un Popolo oppresso, torturato, stuprato nella dignità e nei diritti fondamentali dalla vile mano nazisionista”. Da una prima stima è stato calcolato che l’attacco dovrebbe aver creato danni per almeno 3 miliardi di dollari.
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