L'Australia diventa il primo paese al mondo a legiferare contro lo spam, i messaggi indesiderati mandati a milioni alla volta che intasano le caselle e-mail, prendendo di mira non tanto gli imprendibili autori dei messaggi, quanto i provider dei servizi internet e e-mail.
L'Australian Communications and Media Authority (Acma) ha promulgato oggi un 'codice', che a partire dal 16 luglio impone ai quasi 700 provider australiani di offrire ai clienti un software di filtro dello spam, di consigliare loro come difendersi dalle e-mail indesiderate e come denunciarle.
L'Authority ha il potere legislativo di obbligare i provider a rispettare il codice, e può imporre multe fino a 10 milioni di dollari australiani (6 milioni di euro). Gli Internet Service Provider (Isp) dovranno anche imporre agli utenti entro la propria rete determinati limiti al numero di email che mandano, oltre a mantenere il monitoraggio di quelle che diffondono spam e riferire all'Acma.
Il codice, che si applica anche alle operazioni australiane di provider globali come Yahoo e Hotmail, obbliga inoltre a prendere misure contro i virus che generano lo spam, trasformando il computer di un utente inconsapevole in uno 'zombie' che continua a inondare la rete di messaggi.
"Questo è il primo codice legislativo per i provider di internet e di servizi e-mail al mondo, e ci complimentiamo caldamente con l'industria australiana di internet per il suo lavoro contro questo problema", ha detto il presidente dell'Acma, Chris Chapman. Egli ha aggiunto che pur avendo il potere di imporre forti multe, l'Authority vuole innanzi tutto collaborare con il settore nella lotta comune all'intrusione dello spam.
A partire dal 16 luglio, l'Authority comincerà ad eseguire controlli di conformità al codice da parte dei 689 provider australiani. L'Acma si metterà in contatto con il provider su una questione di violazione del codice e darà un avvertimento, prima di intervenire con sanzioni, ha assicurato Chapman.
"Secondo gli esperti di informatica, il 60% delle e-mail scambiate nel mondo sono non richieste e indesiderate. Trattare con lo spam costa alle aziende e agli utenti privati miliardi di dollari in tempo perduto e nell'aggiornamento dei sistemi di sicurezzà, ha ricordato.
Le nuove norme si aggiungono a quelle della legge sullo spam in vigore da due anni, che prevede multe pari a 600 mila euro per i singoli produttori di spam. La proporzione di messaggi non richiesti originati in Australia è scesa negli ultimi 12 mesi dal due all'uno percento, ma non vi sono stime accurate della quantità di spam proveniente da fonti straniere.
Il presidente dell'Acma ha poi spiegato che il problema dello spam va affrontato non solo rispettando il nuovo codice, ma anche con contromisure tecniche, con l'educazione, la consapevolezza degli utenti e la cooperazione intenzionale.
"Noi incoraggiamo tutte le organizzazioni ad aggiornare regolarmente il software di sicurezza e di filtro dello spam. E come viene spiegato nel codice, i consumatori sono incoraggiati a discutere con i loro provider sui filtri anti-spam che essi forniscono".
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