Un nuovo gioco permette ai giocatori di vivere le difficoltà degli stranieri negli Stati Uniti, alle prese con burocrazia e pregiudizi .
L'avventura più pericolosa, difficile, in cui l'uomo deve mettere alla prova tutte le sue abilità e conoscenze, è sotto i nostri occhi tutti i giorni. È quella dei migranti, dei lavoratori o degli studenti che si trovano a vivere in un Paese straniero e ad affrontare ogni giorno le mille difficoltà pratiche che questo pone. Un'avventura che nella vita reale si lascia volentieri agli altri, ma che può essere molto istruttivo vivere in un videogioco. «ICED!» è un nuovo videogame, che sarà disponibile online gratuitamente da novembre, in cui ci si mette nei panni di un immigrato che arriva negli Stati Uniti; il giocatore può scegliere tra vari personaggi.
Tutte situazioni particolari, tratte da storie vere. Per vincere bisogna stare attenti a non perdere punti, e ciò si ottiene mantenendo un comportamento sempre moderato e stando attenti a non commettere infrazioni. Il gioco è stato ideato da due compagne di Università, Heidi Boisvert (la programmatrice) e Natalia Rodriguez.
Non mancano le critiche: le ideatrici di ICED - che significa I Can End Deportation, ma che è anche un gioco sull'acronimo del dipartimento per l'immigrazione americano ICE (Immigration and Customs Enforcement) - dicono di non aver preso contatti con le istituzioni governative, ma di essersi documentate presso avvocati ed esperti, e soprattutto di aver parlato a lungo con i destinatari del progetto, cioè i teenager in età di voto.
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