Ogni anno milioni e milioni di euro vengono perduti a causa dei prodotti clonati ed immessi su un mercato parallelo che tutti conoscono e dal quale in tanti attingono. Una ricerca portata avanti dall'istituto Piepoli per Confcommercio consegna ora i propri dati: in Italia il giro d'affari della merce contraffatta ha superato i 7 miliardi di euro. Ed una cospicua fetta della colpa viene addebitata (oltre che alla vendita di strada) al World Wide Web. Il report mette a confronto le diverse esperienze di shopping e va a soppesare le motivazioni che portano agli acquisti sui canali alternativi piuttosto che su quelli ufficiali. Il prezzo risulta essere la discriminante maggiore: se ci si rivolge al mercato dei prodotti contraffatti è perchè si ottengono copie sufficientemente qualitative con il vantaggio di un prezzo estremamente ridotto. Borse e abbigliamento risultano essere invece gli elementi di punta del mercato del "tarocco". I dati relativi al materiale multimediale (CD musicali, DVD e videogiochi) evidenziano numeri tutto sommato ristretti rispetto a quelli di altri ambiti: il 3% degli intervistati dichiara di aver acquistato materiale multimediale contraffatto (la percentuale è dell'11% nel caso dell'abbigliamento) con punte del 5% tra gli studenti e del 4% dei 18/34enni. Di questo 3% più della metà ha avuto accesso a CD masterizzati, il 28% a DVD ed il 14% a videogiochi. Anche in questo caso il motivo principe è nel prezzo: il 76% dichiara di aver acquistato materiale tarocco per semplice convenienza, il 16% «perchè si è presentata l'occasione» e l'8% perchè aveva bisogno di quell'articolo o semplicemente per passatempo. Nessun rimorso o quasi, però: il 70% di chi ha acquistato materiale multimediale contraffatto ripeterebbe la propria azione.
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