Di Internet e, in particolare, di social networking, ci si può ammalare. Si può cioè sviluppare una vera e propria dipendenza, tanto che in alcuni paesi, sono sorte cliniche di recupero per Rete-dipendenti, ovvero per gli utenti del web che trascorrono più di sei ore al giorno fra le pagine del "www", di MySpace, di Facebook e via dicendo. Ma con Internet si può anche accrescere il timore di aver contratto malattie di tutt'altro genere. Si può, in altri termini, sviluppare una sorta di cyber-ipocondria. E' sempre più diffusa infatti l'abitudine di cercare on-line informazioni inerenti malesseri e sintomi, approdando addirittura ad autodiagnosi il più delle volte azzardate. E' la conclusione a cui sono giunti alcuni ricercatori di Microsoft, guidati da Ryen White ed Eric Horvitz. Stando ai risultati della ricerca, ben otto americani su dieci consultano con frequenza preoccupante pagine web di medicina e automedicazione. Il rischio è quello di creare un esercito di "cybercondriaci", di veri e propri malati immaginari.
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