Be afraid. Be VERY afraid! La lusinga di Google è semplice: se mi cedi tutti i tuoi dati - chi sei, cosa fai, dove lavori, i tuoi hobbies, dove sei cresciuto, la scuola che hai frequentato, il telefono e l’indirizzo postale, i servizi 2.0 che utilizzi, la foto e finanche i “superpoteri” che pensi di avere - per gli altri sarà più facile contattarti e scoprire chi sei. E cioè, se compili con dovizia di particolari tutti i campi dei nuovi Google Profiles, ti offro una visibilità maggiore rispetto ai risultati che attualmente compaiono quando qualcuno lancia una ricerca con il tuo nome. Come spiega la stessa Google : “Maggiore è il numero di informazioni che fornisci, più facile sarà per i tuoi amici trovarti”.
Se non lo fai rischi di essere confuso con qualcun’altro o - peggio ancora - che tra i primi risultati compaiano risultati di cui non vai molto fiero. In fondo, sono il punto di riferimento per milioni di utenti che ogni giorno cercano informazioni su altre persone. E ora ti offro la possibilità di decidere cosa far vedere agli altri, come farti identificare e contattare meglio.
Con tutti questi profili, io-Google inizio finalmente a crearmi un social-network tutto mio e così arrestare la corsa degli altri concorrenti.
Ma soprattutto Google potrà finalmente arrivare a chiudere il cerchio: associare un nome e un volto univoco alle tante informazioni che già possiede sul nostro conto (ricerche effettuate, mail, fonti di informazioni preferite, video condivisi su YouTube etc). E così poter rivendere agli inserzionisti pubblicitari informazioni sempre più “profilate” e “mirate” (in versione “anonima”, si intende).
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