. Profili inventati, informazioni e privacy a rischio. I club studiano i rimedi per frenare il fenomeno "tweet". Ma i tifosi si ribellano Cristiano Ronaldo, Steven Gerrard, e Didier Drogba sono solo alcuni dei calciatori famosi che affidano pensieri e immagini a Twitter e Facebook. Con milioni di utenti in tutto il mondo, infatti, i social network stanno rivoluzionado il modo di comunicare attraverso la Rete. Proprio l'enorme flusso d'informazioni (vere o inventate) è finito nel mirino di alcune società calcistiche preoccupate per la propria immagine e per quella dei calciatori. Il primo club ad adottare un provvedimento è stato il Manchester United che ha proibito l'uso dei social network dopo alcune spiacevoli "incidenti" provocati da notizie false.
In Inghilterra il caso più recente riguarda Ryan Babel (Liverpool) che ha affidato a Twitter il disappunto per la mancata convocazione aggiungendo di non aver ricevuto spiegazioni dal tecnico Benitez. Ma Babel è in buona compagnia. In più di un'occasione lo statunitense Jozy Altidore dell'Hull City ha rivelato al mondo informazioni che il club avrebbe voluto tenere segrete. Le decisione di impendirne l'utilizzo ai giocatori però ha suscitato l'indignazione di appassionati e tifosi che lamentano «l'abuso di potere» da parte dei club che rende impossibile la comunicazione con i propri idoli.
Ma il miglior esempio di come ci si possa mettere nei guai con Twitter resta quello dell'attaccante del Sunderland Darren Bent che attacco il suo precedente club, il Tottenham, proprio durante la negoziazione del suo passaggio al Sunderland. Il giocatore fu costretto a scusarsi e a pagare una multa al Tottenham che introdusse subito norme restrittive per i calciatori. In Italia il fenomeno sembra meno diffuso, ma i casi non mancano. L'ultimo in ordine di tempo riguarda Balotelli che ha dovuto smentire una relazione con Barbara Guerra attribuitagli da un fantomatico profilo su Facebook: «Non siamo fidanzati e non ho mai scritto di esserlo. Nè ho scritto altre frasi riferite al derby di domenica prossima». L'attaccante ha poi aggiunto che non si tratta della sua pagina di Facebook «ma evidentemente di una delle tante create da persone che si spacciano per me».
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