La quantità di servizi messi a nostra disposizione dal web è in costante crescita, così come il numero di utilizzatori; spesso però non è del tutto immediato pensare che dietro ad un'applicazione eseguita in remoto sul nostro PC, si nascondono delle infrastrutture gigantesche che ne rendono possibile l'utilizzo.

Sia che parliamo della semplice prenotazione di un viaggio o di un volo, o piuttosto di un acquisto o un pagamento online o anche per una semplice ricerca su Internet, bisogna necessariamente passare per un data center. Grandi e piccoli sistemi ubicati in buie stanze e corridoi interminabili svolgono in silenzio, tutta una serie di operazioni che rendono possibili azioni che per noi sono divenute indispensabili e quotidiane e, altrettanto in sordina, richiedono una grossa quantità di energia per poter funzionare.

Tutto ciò si traduce di fatto in inquinamento, anche se non mancano gli esempi volti a cercare di ridurre l'impatto che tali strutture hanno sull'ambiente. Una delle strade che sembrano più interessanti alle major dell'ICT, è quella dell'impiego di biogas.

Per questo motivo, i laboratori di HP stanno pensando ad un largo impiego del biogas per alimentare parzialmente un data center, sulla scorta degli ottimi risultati che questo sistema sta fornendo in altri settori; il principio è semplice: utilizzare le deiezioni animali, che contengono elevate percentuali di metano, per creare energia.

Secondo i ricercatori HP, con 10 mila animali si coprirebbe il fabbisogno di un medio data center, per il quale è richiesta una potenza di circa 1 megawatt, utilizzando il calore prodotto per favorire la trasformazione anaerobica dei liquami, il processo che genera, come ben sappiamo, metano.

Il Biogas, l'eolico, il fotovoltaico ed altri svariati sistemi per generare energia ad impatto zero o a bassa incidenza sull'ambiente, sono realtà che non vanno trascurate, perché dietro al semplice accendere una lampadina o effettuare una ricerca sul proprio PC , scopriamo a nostra insaputa (o meglio dimenticanza) molto più di quanto normalmente si è portati a pensare, anche nei confronti dell'ecosistema.