. Se ne era molto parlato, però malgrado il tam-tam mediatico, il Partito dei Pirati svedesi non ripete il successo delle Europee: non supera nemmeno l' 1,5% Il Piratpartiet non ce l'ha fatta a ripetere l’exploit delle precedenti elezioni Europee non riuscendo ad assestarsi oltre la soglia del 4% necessaria per poter raggiungere i seggi nel Parlamento del paese scandinavo. Il Partito Pirata che tanto clamore aveva suscitato alla sua presentazione si è fermato addirittura all'1,4 , ben lontano da quanto sperato dai fondatori. I dati definitivi non sono ancora disponibili ma in base agli exit poll si parla di una percentuale del 0,7 per cento del voto totale. I dubbi sono sorti subito alla circolazione dei primi exit poll diffusi in serata: si discuteva delle difficoltà dei maggiori partiti di destra e sinistra, della comparsa sulla scena dei Democratici Svedesi - loro sì oltre il 4% - formazione di estrema destra che, a dispetto del nome, fa della lotta contro l’immigrazione una delle sue bandiere. Il Partito Pirata aveva fatto della riforma del diritto d'autore, il fulcro della propria campagna elettorale, chiedendo di sbarazzarsi del sistema dei brevetti e di assicurare ai cittadini che gli innegabili diritti alla privacy vengano rispettati. L'utopia è dura a morire, ma il grande progetto di mettere subito mano a leggi poco gradite in tema di privacy, sicurezza subisce una forte battuta d’arresto, per il momento. Ed in questo modo viene a mancare anche l’immunità parlamentare che ha sinora permesso di mantenere in vita i propri server con iniziative quali The Pirate Bay e Wikileaks.
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