. L'impronta energetica è un fattore che, negli ultimi tempi, sta diventando sempre più importante nella progettazione e costruzione di sistemi, di qualunque tipo essi siano. L'abbattimento della produzione di CO2 è un aspetto critico anche nei sistemi di calcolo IT, per questo Microsoft ha abbozzato un progetto di dislocazione dei datacenter che permetterebbe di utilizzare il calore prodotto dai server per il riscaldamento di abitazioni e colture agricole. I ricercatori Microsoft fanno notare che un server non è altro che una "scatola metallica che assorbe energia elettrica e la converte in calore", l'aria prodotta dal raffreddamento dei componenti interni raggiunge temperature tra i 40 ed i 50 gradi, l'ideale per riscaldare ambienti di lavoro o di casa, oppure per asciugare la biancheria o, ancora, per riscaldare serre in cui vengono coltivati prodotti agricoli. Secondo lo studio di Microsoft, dislocando i server nelle abitazioni e riutilizzandone il calore prodotto, l'industria IT potrebbe raddoppiare le proprie capacità di calcolo, rispetto ai valori attuali, mantenendo la stessa "impronta carbonica" di oggi. Oltre al risparmio energetico di abitazioni ed uffici riscaldati dai server, la dislocazione dei datacenter porterebbe anche ad un risparmio, per le aziende, di circa 280-320 dollari all'anno per ogni server in termini di impianti di raffreddamento non più necessari, senza contare che avere server ed uffici negli stessi edifici abbatterebbe drasticamente le latenze. Il progetto di Microsoft eviterebbe di costruire altri ingombranti datacenter in giro per il mondo e, al contempo, permetterebbe di minimizzare i costi per l'espansione delle capacità IT, senza dubbio una strategia da tenere in considerazione per il futuro immediato del nostro pianeta.
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