Quando si parla di protezione del copyright, gli Stati Uniti e la Russia sono agli antipodi, esattamente come accadeva ai tempi della Guerra Fredda nelle questioni politiche internazionali. Da una parte c'è una nazione (gli Stati Uniti) che fa di tutto per proteggere il diritto d'autore, emanando leggi a ritmo impressionante e perseguendo chi le infrange, pressata dalle lobby. Dall'altra c'è un territorio (la Russia) nel quale, fino ad oggi, è stato piuttosto facile procurarsi materiale contraffatto e i contraffattori non erano certo perseguiti con zelo. Va da sè che gli Stati Uniti non siano soddisfatti del livello di protezione DRM offerto dalle leggi russe (d'altronde sembra non lo siano per nessun'altra legge di nessun'altra nazione a loro esterna), ma stavolta è stata la Russia a bacchettare il governo americano. In un'email inviata dal Ministro per lo Sviluppo Economico, Stanislav Voskresenskiy, sfuggita attraverso il Web, si legge come il diplomatico ritenga che nessuna nazione sia attrezzata per la lotta alla protezione del diritto d'autore. Secondo il ministro, tutte le leggi esistenti al riguardo, inclusa la normativa statunitense, sono antiquate e non in grado di seguire l'evoluzione tecnologica. A titolo d'esempio Voskresenskiy cita Google e YouTube, i quali non rispettano, entrambi, la legge IPR russa e, per questo, dovrebbero essere chiusi. Il ministro ammette che ciò non sarebbe fattibile, ma ribadisce che siti che offrono servizi analoghi debbano conformarsi alle normative locali, anche se queste risultassero antiquate. Tutto ciò a pochi giorni dalla discussione sul diritto d'autore, che Russia e Stati Uniti si accingono ad intraprendere in un tavolo di lavoro comune. Quale sarà l'esito?
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