Dopo l'attacco a Pearl Harbor, il generale giapponese Yamamoto pronunciò l'ormai famosa frase "temo solo di aver svegliato il gigante che dorme". Se Apple annoverasse, tra i suoi manager, persone della stessa lungimiranza di Yamamoto, forse non si sarebbe imbarcata in una crociata contro Android che ha avuto, come risultato, quello di coalizzare ancora di più i vari produttori e il gigante Google contro Cupertino. Già, perchè Apple finora si è guardata bene dall'attaccare direttamente Google, preferendo invece bersagliare i produttori di smartphone, come Samsung ed HTC, accusandoli di copiare design o di infrangere brevetti software. Il gigante, però, si è svegliato ed ha iniziato a contrattaccare con mosse che definire machiavelliche è dire poco. Durante le sue acquisizioni, infatti, Big G ha accumulato un portafoglio brevetti invidiabile ed ora lo sta utilizzando per rifornire di licenze i suoi partner, in modo da fornir loro le "carte" per giocare la mano contro Apple nelle varie corti giuridiche. Il 29 agosto, infatti, HTC ha ricevuto in dono da Google ben 9 brevetti, acquisiti dalla società di Mountain View da varie sorgenti (Openwave System, Palm e Motorola), tutti acquisiti non più di un anno fa e tutti riguardanti tecnologie talmente banali, da risultare al limite del ridicolo. Tramite questi brevetti HTC potrà sostenere accuse contro Apple riguardo le modalità di aggiornamento del software via wireless, il trasferimento dati dal processore ai chip di contorno, il metodo di archiviazione delle preferenze utente e ancora, l'interfaccia che permette l'aggiunta di identificatori per siti .com e .org, la status bar che permette agli utenti di controllare le chiamate telefoniche e molto altro. Si tratta di tecnologie, come detto prima, banali, ma soprattutto utilizzate dalla stragrande maggioranza dei produttori di soluzioni hardware, sia mobili che desktop. La strategia di Google è, infatti, combattere la guerra dei brevetti con l'obiettivo di palesare quanto inutile essa sia e quanto inadeguata sia la legge attuale che li regolamenta. Nel frattempo Apple ha dovuto incassare il no della giustizia tedesca al blocco dei prodotti Samsung, motivato dal fatto che "le rivendicazioni di Apple sono troppo generiche, volendo essa bloccare un qualunque rivale che intenda realizzare un dispositivo touch piatto". La mossa del gigante è arrivata, Android non è più un OS con una costellazione di produttori che lo utilizzano, ma un ecosistema unito, in cui Google, il più forte, difende i partner minori, c'è da attendersi ulteriori (e c'e da scommetterci esilaranti) sviluppi.
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