La Commissione Europea ha formalmente avviato un'indagine volta a stabilire se ci sia in atto un cartello che impedisce la libera concorrenza sui prezzi degli e-book, attualmente sono indagate 5 case editrici ed Apple, quest'ultima sospettata di aver spinto gli editori a mantenere i prezzi elevati tramite gli accordi di vendita su iTunes. Le case editrici investigate sono Hachette Livre, Harper Collins, Simon & Schuster, Penguin e Macmillan. Prima dell'apertura del sito Apple iBookstore, gli editori vendevano i propri e-book ad Amazon o ad altri rivenditori, praticando un prezzo all'ingrosso ben determinato. Una volta che i rivenditori avevano acquisito il diritto di rivendita, potevano rivendere l'e-book a qualunque prezzo, anche inferiore a quello pagato all'ingrosso. Quando è entrata in scena, Apple ha consentito agli editori di vendere direttamente i propri e-book sul sito iBookstore, a prezzi liberi, trattenendo il 30% del ricavo. Gli editori, secondo quanto raccolto dagli inquirenti, non gradivano i prezzi Amazon e, quando Apple ha consentito loro di controllare direttamente il prezzo al dettaglio, ne hanno approfittato costituendo un cartello. Va precisato che le cinque case editrici indagate stanno anche per rispondere ad una class-action europea che le accusa proprio di pratiche anti-concorrenziali. La stessa Apple, sempre stando agli inquirenti, sarebbe colpevole di aver invogliato gli editori alla costituzione del cartello, con lo scopo di estromettere o almeno limitare pesantemente Amazon ed il suo Kindle.
|