La settimana scorsa, sulla base di alcune rivelazioni pubblicate dal Wall Street Journal, Google era stato accusato di aver aggirato le protezioni di Safari per tracciare gli utenti Apple. Adesso arriva la notizia che il motore di ricerca avrebbe aggirato anche i sistemi di sicurezza di Internet Explorer mettendo a repentaglio la privacy di tantissimi utilizzatori del browser Microsoft. A lanciare l’accusa è la stessa casa di Redmond che, con un post sul blog dedicato al browser pubblicato da Dean Hachamovitch, Corporate Vice President Internet Explorer, riconosce che anche Internet Explorer non è stato in grado di limitare le azioni di Google, lasciando così che quest’ultimo sfruttasse i cookie per tracciare le abitudini degli utenti e utilizzare i dati raccolti per migliorare il proprio sistema di advertising. Il tutto sarebbe avvenuto tramite uno standard W3C, P3P Compact Policy Statement, che chiede ai siti Internet di specificare quali sono le policy relative alla protezione della privacy. Secondo Microsoft, Google utilizza una sfumatura presente nelle specifiche di questo standard che consente di bypassare le preferenze degli utenti in tema di cookie. Succede pertanto che, superando le protezioni del browser, i cookie vengono abilitati in modo da essere sempre ammessi. Google si è subito difeso affermando che lo standard P3P è decisamente antiquato e molti altri siti Web lo aggirano allo stesso modo. L’inosservanza dello standard sarebbe peraltro stata determinata dalla necessità di offrire agli utenti un’esperienza più avanzata (ad esempio i pulsanti "+1" presenti nelle pagine Web). Inoltre, secondo una ricerca effettuata dalla Carnegie Mellon University nel 2010, su 33.139 siti analizzati, ben 11.176 riportavano una codifica P3P errata, tra cui Facebook, Amazon e portali come MSN e Live.com che sono controllati da Microsoft. Aggirare la protezione di Internet Explorer, dice Google, non sarebbe altro che uno stratagemma necessario per poter offrire servizi avanzati senza essere ostacolati da un protocollo ormai superato. In attesa che la vicenda venga chiarita una volta per tutte (anche la Federal Trade Commission degli Stati Uniti sta indagando sul caso), Microsoft ha rilasciato una Tracking Protection List per proteggere gli utenti di Internet Explorer 9 da Google scaricabile da questa pagina Web.
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