Si tratta di una decisione che farà sicuramente discutere. In Germania gli esponenti della coalizione guidata da Angela Merkel nel corso di un incontro avvenuto domenica sera hanno stabilito che i siti commerciali, come i motori di ricerca e gli aggregatori di notizie, saranno tenuti a pagare una tassa agli editori dei giornali per diffondere in Rete i loro articoli.
A favore di tale norma si sono subito schierati gli editori, che la ritengono utile a difendere il diritto d’autore. Il popolo della Rete, ma anche i siti Web di giornali importanti come Die Zeit e Der Spiegel, ritengono invece che essa vada tutta a favore degli editori e metta a repentaglio la libertà d’informazione. Lo stesso presidente esecutivo di Google, Eric Schmidt, ritiene che la nuova legge potrà rappresentare un freno alla diffusione di Internet, dal momento che comporterà sicuramente costi aggiuntivi. Sarebbe meglio, dice Schimidt, che gli editori tedeschi, anziché pensare a nuove leggi, cercassero di trovare con Google nuovi modelli di business.
Inoltre il testo di tale norma al momento appare piuttosto generico e i dubbi sono tanti, anche relativamente all’obbligo di pagare un compenso per “piccole parti” di contributi giornalistici. I contenuti saranno protetti per un anno, gli autori riceveranno parte dei ricavi e gli utenti non dovranno pagare nulla per leggere le notizie trovate sugli aggregatori, ma molti utenti tedeschi si chiedono che fine faranno i blog se, ad esempio, in un post sarà vietato inserire un link o citare i contenuti online.
Quello della Germania non è l’unico caso di norme controverse che riguardano la Rete e la libertà d’informazione. La settimana scorsa aveva sollevato un mare di polemiche in Italia il decreto di legge presentato dal senatore del PDL Alessio Butti che stabilisce che chi pubblica estratti di articoli provenienti da altri giornali non possa farlo senza essersi preventivamente accordato con le associazioni degli editori. Il timore, anche in questo caso, è che, se il decreto verrà approvato, non si potranno citare su siti e blog, o forse anche solo linkare o commentare articoli senza previa autorizzazione.
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