Ancor prima di iniziare, i Giochi di Londra erano stati etichettati un po' da tutti come le prime Olimpiadi veramente social, tesi avvalorata soprattutto dopo che il Comitato Olimpico Internazionale aveva pubblicizzato in pompa magna il nodo olimpico di Twitter.
I messaggi scambiati attraverso i social network finora sono stati milioni, ma numerosi sono stati tuttavia i disagi creati dai post effettuati da atleti e persone comuni. Durante le competizioni, infatti, il flusso dei messaggi è stato talmente elevato - la cerimonia di apertura ha generato ad esempio 10 milioni di tweet, un numero superiore a quelli di tutte le precedenti Olimpiadi - da provocare interferenze ai servizi GPS o disturbi di varia natura ai sistemi di comunicazione dei network televisivi. Tanto che il Governo Inglese ha addirittura chiesto di non esagerare con i messaggi durante lo svolgimento delle gare, ma di limitarsi a casi strettamente necessari.
A questo aspetto vanno aggiunte le polemiche create da atleti che postano commenti razzisti e critiche eccessive, per non parlare delle proteste infuocate generate da una regola che vieta ai partecipanti di diffondere immagini e post con i propri volti e i propri nomi legati a sponsor personali.
Quindi, se i numeri sono indubbiamente dalla parte dei social network, la realtà delle cose, dopo circa una settimana dall'inizio delle gare, risulta essere ben diversa.
|