L'ultimo vagito in casa Facebook è rappresentato da Graph Search, il motore di ricerca che consente agli utenti di sfogliare i dati di coloro che hanno reso pubblico il loro materiale. In tal contesto questa nuova funzionalità si pone in conccrrenza con Google in quel contesto, anche se va detto che già prima di Graph Search si effettuavano oltre un miliardo di ricerche quotidiane. Infatti la semplice digitazione di un nome amico costituisce un'attività di ricerca. L'aspetto rilevante dei dati di Facebook non è tanto la quantità, bensì le loro correlazioni ed è ciò che la società di Zuckerberg cerca di mettere a profitto. Negli Stati Uniti però c'è già qualcuno che parla di stalker search, ossia di una ricerca sociale che pone un'attenzione morbosa sulle relazioni interpersonali. Il tutto senza preoccuparsi troppo della privacy. I numeri di Facebook sono già imponenti: oltre un miliardo di utenti, l'81% al di fuori del continente nord americano, 604 milioni di utenti mobili. Ognuno di essi aggiorna il proprio stato, posta contenuti, esprime gradimento. Tutti, non solo gli amici, potranno trovare questi dati, anche quelli vecchi di anni. Il giudizio dell'utenza sulla ricerca è personale, la privacy però è diventata cosa pubblica.
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