Negli ultimi anni Microsoft ha tentato di far suoi, riadattandoli, certi principi alla base del modello di sviluppo open source. L'ultimo esempio è dato dalla costituzione di un apposito gruppo interno, chiamato officelabs, che avrà il compito di sperimentare alcune delle metodologie utilizzate nello sviluppo del software aperto. Come spiegato dalla nota giornalista americana Mary Jo Foley, BigM intende incoraggiare officelabs a sperimentare i concetti alla base della filosofia open source per snellire i propri processi di sviluppo, ottimizzare la gestione dei vari progetti e distribuire al meglio gli sviluppatori provenienti da varie divisioni.
In particolare, officelabs abbraccerà l'approccio release early, release often dell'open source, che prevede il frequente rilascio di versioni preliminari di un software in modo da raccogliere fin da subito il feedback di utenti e sviluppatori indipendenti. Questo modello, che rende i piani di sviluppo più flessibili e dinamici, è stato già parzialmente adottato da Microsoft nello sviluppo di alcuni dei suoi prodotti più recenti, tra i quali le applicazioni web di Windows Live.
Del modello open source il big di Redmond sembra anche apprezzare il modo in cui gli sviluppatori collaborano ad un progetto. Per tale ragione il codice dei software sviluppati da officelabs verrà condiviso con tutti i dipendenti dell'azienda, questo con l'intento di incoraggiare ognuno di loro a proporre modifiche e migliorie e ad apportare al progetto le proprie competenze.
Ciò che dell'open source Microsoft non sembra però disposta ad abbracciare - se si escludono pochi progetti di minore importanza - sono le sue licenze, una scelta che le impedisce di avvalersi della risorsa più potente a disposizione del modello aperto: la comunità.
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