Alla vigilia della scadenza di domani per la vicenda Microsoft/antitrust il governo Usa sembra intensificare gli sforzi per arrivare a un compromesso sul caso. Se venisse mancata questa data, si riaprirebbe una tornata di appuntamenti giudiziari per arrivare a vere e proprie sanzioni.
Lo dicono fonti informate, secondo cui funzionari del dipartimento della Giustizia stanno incontrando i massimi responsabili di giustizia dei 18 stati che hanno presentato ricorsi contro Microsoft per proporre una composizione.
"Siamo sulla strada di trovare un accordo" dice la fonte. La sostanza dell'accordo includerebbe una maggior libertà nell'uso di software non Microsoft per i produttori di pc che installano i sistemi di Bill Gates e una maggiore possibilità di accesso ai codici sorgenti di Windows per gli sviluppatori di software.
Né Microsoft né i procuratori generali degli stati interessati hanno commentato, anche se è noto che l'incognita maggiore resta proprio nelle richieste degli stati, notoriamente favorevoli alla linea dura contro la società di Gates.
Il portavoce Microsoft Jim Desler ha ammesso da parte sua solo che "stiamo facendo ogni sforzo per un accordo e siamo convinti che sarebbe la cosa migliore per i consumatori e per l'economia".
La data ultima del 2 novembre era stata stabilita a fine settembre dal giudice della corte distrettuale Colleen Kollar-Kotelly, secondo cui una soluzione veloce del caso è diventata tanto più auspicabile "alla luce dei tragici eventi" dell'11 settembre.
Il caso, vecchio di tre anni, era stato riportato alla corte distrettuale Usa in giugno, da una sentenza della corte di appello che aveva, da un lato, definito illegale il monopolio di fatto Microsoft sul software per pc, dall'altro, ammorbidito una sentenza del tribunale che avrebbe imposto di dividere il colosso di Bill Gates
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