Sin da quando è stata annunciata, la funzione di Secure Boot, che potrebbe essere integrata sui futuri computer con preinstallato Windows 8, non aveva raccolto molti consensi tra gli utenti, soprattutto tra quelli appartenenti alla comunità open source. Il fatto è che questa tecnologia, implementata a livello hardware tramite il chip UEFI (Unified Extensible Firmware Interface), presente sulle schede madri più recenti, per elevare il livello di protezione e sicurezza del computer, in realtà finisce per impedire, in particolare sui notebook, l’installazione di un secondo sistema operativo, come ad esempio Linux. Nonostante sia arrivata la smentita da parte di Microsoft, dal momento che sarebbero i produttori a decidere se implementare o meno il Secure Boot, la Free Software Foundation, fondazione creata da Richard Stallman nel 1985, ha deciso di avviare una campagna di sensibilizzazione e di dar vita ad una petizione online a difesa della libertà di installare software libero. Lo scopo di tale petizione è quello di invitare le case produttrici a progettare i nuovi computer dando comunque all’utente la possibilità di installare qualsivoglia sistema operativo e scegliere se attivare o meno il Secure Boot. Per come stanno adesso le cose, afferma la Free Software Foundation, un nome più appropriato per tale tecnologia sarebbe a questo punto “Restricted Boot”, dal momento che per gli utenti sarebbe una vera e propria restrizione più che una soluzione di sicurezza.
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