<Notizia Atipica> Il 6 agosto scorso nel mare della riserva marina di Capo Gallo, di fronte alla costa palermitana, un Atr 72 della Tuninter, in volo sulla rotta Bari-Djerba, fu costretto ad ammarare a causa del blocco di entrambi i motori. Sull'aereo viaggiavano 35 passeggeri e quattro uomini di equipaggio: 23 persone sono riuscite a salvarsi, altre 13 sono morte mentre tre risultano tuttora disperse. Per scoprire le cause della tragedia sono state aperte due inchieste giudiziarie, condotte dalla procura di Palermo e da quella di Bari. Nessuna la pista esclusa, tranne quella del sabotagio, ma due in particolare sono state quelle messe al vaglio dalle magistrature e che riguardano la qualità del carburante usato per il velivolo e il possibile errore umano. Nelle scatole nere, sprofondate insieme ad una parte dell'aereo a migliaia di metri di profondità, la possibile risposta risolutiva.
E dopo settimane di ricerche, almeno una delle due scatole nere dell'Atr 72 sembra essere stata localizzata. A ritrovarla è stata la nave idrografica ''Magnaghi'' della Marina Militare e l'unità oceanografica Universitatis: le loro apparecchiature hanno captato un segnale acustico compatibile con quello emesso dalle scatole nere, su un fondale di 1440 metri, in una zona che dista circa un miglio e mezzo a sud rispetto al luogo del disastro, e non è escluso che il segnale provenga da entrambe le scatole. E' certa la localizzazione della cabina di pilotaggio e della coda dell'aereo. A rivelarlo è stato il comandante della ''Magnaghi'', Enrico Antonino. Secondo le immagini acquisite dal side scan-sonar, lo strumento ad alta tecnologia utilizzato per il monitoraggio dei fondali, la cabina di pilotaggio e la coda sarebbero uniti dai cavi interni alla carlinga. ''Il fatto che sia stata localizzata una delle due scatole nere - ha dichiarato il presidente dell'Ente nazionale per l'aviazione civile (Enac), Vito Riggio - è importante, così come importante adesso è il suo recupero. L'analisi dei dati contenuti nell'apparecchiatura è fondamentale per stabilire cosa è accaduto. Si tratta di elementi utili sia all'inchiesta giudiziaria che a quella tecnica condotta dall'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo, in grado di integrare le informazioni fornite dal racconto del comandante dell'Atr''. Il presidente dell'Enac ha sottolinea infine che ''c'è l'impegno del governo, che mi è stato confermato anche dal sottosegretario Gianni Letta e dal capo dipartimento della protezione civile Guido Bertolaso, a stanziare i fondi necessari per le ricerche di tre dispersi e il recupero delle scatole nere''.
''Le scatole nere verranno recuperate dall'Agenzia Nazionale per la Sicurezza sul Volo con cui dall'inizio dell'inchiesta stiamo collaborando. Come tutte le parti del relitto sono sotto sequestro e verranno utilizzate per entrambe le indagini: quelle della magistratura, condotta dalle procure di Palermo e Bari, e quella dell'aviazione civile''. Queste le parole del pm di Palermo Marzia Sabella titolare, insieme al procuratore Pietro Grasso, dell'inchiesta sul disastro dell'Atr 72. Da parte sua, il procuratore Grasso, ha ricordato che è ''ancora presto per parlare dei tempi del recupero della scatola nere: dalle stime fatte dall'inizio delle operazioni dovrebbero trascorrere circa dieci giorni, anche se speriamo di potere fare prima''.
Intanto, a disposizione dei tecnici specializzati della Avio di Napoli, c'è il troncone centrale dell'aereo. Il relitto - comprendente le ali, i motori e i serbatoi di kerosene - è stato trasferito la notte scorsa con un convoglio speciale dal porto di Palermo. Ora gli esperti della Avio dovranno compiere una serie di rilievi, per verificare eventuali anomalie o guasti nelle turboeliche del velivolo, i cui due motori - secondo il racconto dell'equipaggio e dei passeggeri - si sono fermati in volo, uno dopo l'altro, costringendo il pilota Chafik Gharbi a scendere in mare. Continuano anche le ricerche dei due passeggeri pugliesi e del meccanico di bordo tunisino tuttora dispersi. E si attendono inoltre i risultati delle analisi sul kerosene e sull'olio dei motori prelevati dal relitto dell'aereo il 10 agosto scorso dai quattro periti nominati dalla Procura di Palermo. Gli esami sono cominciati ieri nel laboratorio della base dell'Aeronautica militare a Pratica di Mare (Roma), e l'esito si potrebbe conoscere domani. I primi accertamenti, comunque, avevano escluso la presenza nel combustibile e nel lubrificante di impurità tali da causare l'arresto dei moto.
Le scatole nere: che cosa sono e come funzionano Sono di color arancione fosforescente, a prova di altoforno e di schiacciamenti abissali, in grado di consentire la ricostruzione degli ultimi minuti dei voli finiti in catastrofe: sono queste alcune caratteristiche delle cosiddette ''scatole nere''. In genere, questi dispositivi sono di color arancione, di una tonalità fosforescente, a volte con fasce colorate ancor più chiare per facilitare al massimo le ricerche sia su terra, fra i rottami, sia nell'oscurità dei fondali marini. Utile negli inabissamenti è anche una sorta di sonar di cui dispongono alcune scatole nere per emettere segnali quando vengono immerse nell'acqua. Anche se le dimensioni dipendono molto dal modello, quelle più recenti sono di 25-30 cm per 40.
I cosiddetti ''requisiti di sopravvivenza'' delle scatole nere sono molto elevati: i dispositivi più moderni devono resistere almeno a più di mille gradi di temperatura per 30 minuti e a profondità superiori a 6.000 metri (ossia allo schiacciamento prodotto da oltre 2.250 chili per cinque minuti). Nel caso di schegge e proiettili, i requisiti minimi parlano di resistenza ad un oggetto appuntito del peso di oltre 250 chili lasciato cadere da un'altezza di tre metri. In acqua salata la resistenza minima deve essere di 30 giorni. Si tratta dunque di 'impatti' molto maggiori di quello ipotizzabile per l'Atr-72 che si è 'solo' spezzato nell'ambito di un ammaraggio in un punto profondo circa 1.450 metri.
Le scatole nere sono sostanzialmente registratori di dati provenienti dai principali sistemi e impianti di un velivolo o elicottero, come i comandi di volo ed in genere tutti i dispositivi idraulici, elettrici ed elettronici. Le loro registrazioni variano, per durata, da un minimo di 30 minuti ad un massimo di alcuni ore e anche il numero di parametri che registrano varia molto a seconda del modello di ''Flight data recorder'' (Fdr, così si chiamano in gergo aeronautico): più sono moderni e maggiore è il volume di dati registrati (800-900 parametri). Spesso è associato a questo registratore di dati di volo anche uno dei suoni e delle comunicazioni dell'equipaggio, il ''Cvr'' (Cockpit voice recorder). Gli ultimi modelli di scatole nere, diversi da quello dell'Atr inabissatosi, velivolo non dei più moderni, si presentano come un tutt'uno con il Flight data recorder. Il Cvr registra le comunicazioni fra piloti, quelle fra questi ed enti del traffico, ma anche i rumori ambientali che si creano all'interno della cabina di pilotaggio: dati importanti perchè possono confermare qualche malfunzionamento come il distacco in volo di qualche parte della struttura del velivolo.
Le scatole nere - aspetto rilevante nel caso dell'Atr -, fra l'altro registrano il funzionamento dei motori, dell'impianto carburante, le pressioni di questo impianto e le sue pompe. Talvolta sono in grado di dire se c'è stato un malfunzionamento a bordo o un andamento anomalo dei parametri di volo prima dell'incidente. Decodificando minuti e addirittura ore di dati, si ottengono dei documenti con i cosiddetti ''andamenti'' dei motori, comandi di volo e altri parametri fondamentali come velocità, altitudine, tutti sincronizzati secondo per secondo.
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