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Un nuovo centro della Terra



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Pubblicato da Robbi il 07/05/2008 alle 08:25

News Atipico/Scientifica!

Una vecchia lezione scolastica descriveva l’interno della Terra. Strati concentrici come una cipolla: crosta, mantello e nucleo, con materiali a densità, pressioni e temperature crescenti E poi quegli acronimi con le iniziali dei principali elementi chimici.

E’arrivato il momento di mettere da parte quello schema semplice e omogeneo per rendersi conto che la realtà sotto ai nostri piedi è ben diversa. Lo raccomandano gli studiosi di Scienze della Terra dell’Università dell’Arizona .

La rivoluzione più sconvolgente sta nel mantello, quello strato spesso circa 2900 km, stretto fra la sottile crosta rigida (50 km appena) e il grande nucleo terrestre (3400 km di diametro). Le miscele di silicati, a temperature fra i 2 mila e i 3 mila gradi, che costituiscono il mantello, spiegano gli esperti, non sono distribuite in maniera omogenea.

Nelle zone più profonde del mantello, infatti, sono stati scoperti due enormi grumi di materiali ad elevata densità la cui origine è ancora poco chiara. Sono come due cumuli spessi alcune centinaia di km e posizionati l’uno in corrispondenza dell’Oceano Pacifico centrale, e l’altro fra l’Atlantico e l’Africa, spiegano Ed Garnero e Allen McNamara, i due sismologi della Arizona State University’s School of Earth and Space Exploration.

I due ricercatori americani dell’Arizona hanno chiamato queste strutture cumuli termochimici e ipotizzano che si siano formati a causa della compattazione degli atomi di silicio, magnesio e ferro sotto le enormi pressioni esistenti al fondo del mantello. Esperimenti condotti in laboratorio,con apparati in grado di riprodurre pressioni molto elevate, hanno permesso di ricreare il minerale costitutivo di questi cumuli termochimici che è stato battezzato post-perovskite.

Poiché l’interno della Terra è inaccessibile, allo scopo di studiarne la struttura vengono sfruttare le onde sismiche che lo attraversano, in modo da ottenere una sorta di radiografia o, meglio ancora, una vera e propria tomografia, capace di fornire immagini tridimensionali di strutture nascoste. Così, con una risoluzione mai raggiunta prima d’ora, sono stati individuati non solo i ‘cumuli termochimici’, ma anche le varie disomogeneità che caratterizzano il mantello: bolle, tubi e vesciche.


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